Pancia molto gonfia dopo rapporto non protetto

  • Introduzione
  • Cause
  • Sintomi
  • Complicanze
  • Diagnosi
  • Rimedi e cura
    • Alimenti che possono favorire la produzione di gas
    • Dieta
    • Altri rimedi
    • Farmaci ed integratori
  • Fonti e bibliografia

Introduzione

Il gonfiore addominale è un disturbo particolarmente frequente nella popolazione generale, così come altri disturbi intestinali, quali

  • colite
  • stitichezza
  • diarrea
  • crampi addominali.

A soffrire di gonfiore addominale od altri disturbi intestinali, da soli o variamente associati tra di loro, infatti, è circa il 50% delle persone, solitamente una o più volte nella vita.

Il gonfiore addominale, chiamato anche meteorismo, aerofagia o più semplicemente pancia gonfia, è un problema che si manifesta comunemente dopo aver mangiato: all’improvviso, dopo un pasto (specie se abbondante, ma non solo!), compare un fastidiosissimo gonfiore alla pancia che, oltre a non essere bello esteticamente, è causa di tensione addominale, a volte di crampi.

La sua comparsa è un segnale che indica che c’è qualcosa che non va nel nostro intestino.

Se normalmente la digestione è un processo progressivo e silenzioso che porta il cibo dalla bocca al canale anale, attraverso vari passaggi di assorbimento delle sostanze nutritive e scarto dei rifiuti metabolici, quando succede che l’intestino “si fa sentire” significa che c’è un qualche disagio.

Molteplici cause possono interrompere l’equilibrio intestinale ed arrecare disagi nella persona colpita, come lo stress, ma anche

  • errori alimentari,
  • modifiche ormonali,
  • abuso di medicine,
  • infezioni e/o infiammazioni intestinali,

Questi fattori possono agire

  • andando ad infiammare le pareti dell’intestino,
  • disturbando la normale motilità intestinale (peristalsi),
  • portando ad una produzione eccessiva di bolle gassose difficilmente assorbibili dalle anse intestinali,
  • modificando la flora batterica intestinale che normalmente popola l’intestino.

I disturbi, dapprima solo intestinali e sporadici, possono col tempo, se non si individua e corregge la causa, diventare sempre più frequenti e creare circoli viziosi che vanno a compromettere la salute del nostro corpo nonché la qualità di vita.

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Le cause in grado di spiegare la comparsa di un addome gonfio sono numerose e comprendono principalmente fattori di natura organica, psicosomatica e legati allo stile di vita. Tra le più comuni ricordiamo:

  • Aerofagia, ossia la tendenza ad ingoiare più aria del solito quando si mangia o si beve. Ricordiamo infatti che se l’ingestione di piccole quantità di aria durante i pasti è normale, in alcune situazioni il fenomeno può aumentare fino a causare disturbi. Questa condizione è frequente nelle persone che sono solite mangiare in fretta o voracemente senza masticare adeguatamente il cibo, o che fanno largo uso di gomme da masticare, fumatori od ancora portatori di protesi dentali: tutti questi fattori possono indurre a deglutire più aria del solito, specie ai pasti, fino a causare un accumulo nello stomaco.
  • Stress, ansia, depressione o tendenza a somatizzare, reazioni tipiche di persone introverse, che fanno fatica ad esternalizzare un problema od una preoccupazione, oppure di chi tende a reprimere un sentimento di rabbia, paura o di altra natura. Questi soggetti soffrono spesso di gonfiore addominale, associato o meno a crampi, perché il nostro intestino è una sorta di “secondo cervello” del nostro corpo, che possiede molti recettori nervosi ed endocrini, comunemente presenti nella testa, e che dunque subisce l’influenza dei cambiamenti dei vari neurotrasmettitori dovuti a particolari stati d’animo.
  • Consumo eccessivo/occasionale di cibi che producono gas e tendenzialmente difficili da digerire, come legumi, cipolle, cavoli, cibi lievitati, latte, formaggi stagionati, bevande gassate, …
  • Sindrome dell’intestino irritabile, una sorta di colite ad origine sconosciuta, che provoca infiammazione delle pareti intestinali con gonfiore addominale, crampi ed alterazioni della normale evacuazione (chi ne soffre manifesta diarrea alternata a periodi di stitichezza).
  • Celiachia, cioè un’intolleranza al glutine, proteina contenuta in tutti gli alimenti a base di frumento, orzo, farro, kamut. Questa sostanza non può essere consumata dalle persone celiache, che sono incapaci di digerirla correttamente; in caso di ingestione si osserva una severa reazione del sistema immunitario che la identifica come estranea (allergene) con conseguente infiammazione intestinale cronica, accumulo di tossine e disturbi intestinali di varia natura, tra cui gonfiore addominale.
  • Disbiosi intestinale, ovvero un’alterazione della normale flora batterica intestinale. Nel nostro stomaco ed intestino vivono circa 400 specie diverse di microorganismi batterici, che proteggono il sistema digerente e ne consentono una normale ed efficace attività digestiva. Vari fattori tuttavia, in primis l’assunzione di antibiotici, un cattivo stile di vita od abitudini alimentari scorrette, possono alterare l’equilibrio di questo ecosistema e causare un’anomala migrazione dei batteri comunemente presenti nell’intestino crasso verso l’intestino tenue, oltre ad una riduzione della cosiddetta “flora buona”, in particolare dei lattobacilli. Ciò è causa di digestione parziale di alcuni cibi che, non adeguatamente assorbiti dai microvilli intestinali, fermentano e vanno incontro a fenomeni di putrefazione, gonfiando la pancia.
  • Sindrome premestruale, è identificato come il periodo di circa 5-7 giorni che precede il ciclo mestruale. Comune in molte donne, che lamentano sbalzi dell’umore (come nervosismo o tristezza), mal di testa, stanchezza generale, insonnia, stitichezza ed aumento delle ritenzione idrica con possibile gonfiore addominale.

Altre cause o fattori predisponenti di gonfiore addominale, infine, sono:

  • stitichezza
  • allergie o intolleranze alimentari (ad esempio intolleranza al lattosio)
  • disidratazione
  • sedentarietà
  • sovrappeso
  • reflusso gastro-esofageo
  • gastrite
  • colite
  • morbo di Crohn
  • rettocolite ulcerosa
  • infezioni intestinali virali o batteriche
  • intossicazioni alimentari
  • assunzione di alcuni farmaci, come antidiabetici, antibiotici, inibitori di pompa protonica/antiacidi, FANS
  • malattie del fegato (ad esempio steatosi epatica, ascite)
  • malattie della vescica
  • calcoli alla colecisti
  • diverticoli
  • insufficienza del pancreas
  • cisti ovariche
  • fibromi uterini
  • occlusioni o sub-occlusioni intestinali
  • aderenze intestinali post-chirurgiche
  • ernie addominali
  • cancro al colon
  • cancro all’ovaio

Sintomi

Il gonfiore addominale è già di per se un sintomo e viene avvertito dal paziente come una spiacevole sensazione di pancia tesa, come se fosse stata gonfiata con dell’aria alla stregua di un palloncino, solitamente dopo un pasto ed in maniera repentina.

Spesso chi soffre di pancia gonfia, manifesta anche altri disturbi che variano in base alla causa scatenante. Tra questi, ricordiamo:

  • dolori o crampi addominali
  • senso di pesantezza o ripienezza gastrica
  • tensione addominale post-pasto
  • diarrea
  • flatulenza
  • eruttazioni
  • stitichezza
  • dolori al basso ventre o alla schiena
  • eruzioni cutanee
  • prurito diffuso
  • febbre
  • nausea/vomito
  • inappetenza
  • sangue nelle feci
  • perdite di sangue vaginali
  • perdita di peso inspiegabile

Complicanze

Negli ultimi anni diverse ricerche hanno sottolineato che più che la pancia gonfia in sé, ciò che dovrebbe preoccupare ed a cui bisognerebbe fare attenzione è una sua possibile complicanza nota come sindrome dell’intestino permeabile.

Un intestino sempre infiammato è un intestino poco protetto: le sue pareti infatti, danneggiate dal gonfiore di lunga data e non adeguatamente corretto, perdono la capacità di ostacolare il passaggio attraverso i villi intestinali delle sostanze tossiche di scarto. Questo potrebbe predisporre alla lunga a malattie intestinali, anche gravi.

Diagnosi

Il medico per prima cosa interroga il paziente sui sintomi e ne raccoglie la storia clinica, attraverso domande specifiche come:

  • Quando è iniziato il gonfiore addominale? È un disturbo che perdura da tempo o recente?
  • Ha un intestino di norma regolare? O è tendenzialmente stitico o diarroico?
  • È una persona emotiva?
  • Assume farmaci? Se sì, per quali motivi?
  • È stato sottoposto ad interventi chirurgici?
  • Cosa mangia abitualmente?

Il ricorso alla compilazione di un diario alimentare, ove annottare abitudini alimentari e sintomi (vecchi o di nuova insorgenza), è spesso di grandissima utilità nel dirigere la diagnosi.

La visita medica comprende

  • la palpazione superficiale e profonda di tutti i quadranti dell’addome, alla ricerca di eventuali zone dolorabili o crepitii sotto il palmo della mano,
  • la percussione, per cui il medico batte le dita di una mano sull’altra per ascoltare eventuali rumori di rimbalzo: ricordiamo che l’aria imprigionata tra le anse dell’intestino procura un tipico suono timpanico
  • l’auscultazione con fonendoscopio, per valutare l’assenza o presenza della normale motilità (peristalsi) intestinale.

A completamento della diagnosi, il medico può prescrivere a seconda dei casi:

  • esami completi del sangue
  • esecuzione del breath test
  • test allergici e di intolleranze alimentari
  • ecografia dell’addome completo
  • gastroscopia
  • colonscopia
  • TAC addominale
  • consulenza ginecologica con ecografia trans-vaginale

Rimedi e cura

In primis è utile adottare alcune buone abitudini alimentari, come ad esempio:

  • mangiare da seduti con calma
  • masticare a lungo il cibo
  • evitare abbuffate
  • evitare di coricarsi subito dopo il pasto.

Alimenti che possono favorire la produzione di gas

Per ridurre o prevenire il gonfiore addominale è bene evitare o consumare con moderazione alcuni cibi noti per la capacità di causare un’iperproduzione di gas intestinale in soggetti predisposti, come ad esempio:

  • latticini
    • formaggi stagionati
    • gelati
    • panna
    • burro
  • aceto
  • alcolici
    • birra
    • vino
  • salsa di soia
  • salumi ed insaccati
  • cibi confezionati
  • farina bianca per pane, pasta, pizza o focacce
  • patate
  • condimenti ricchi di grassi
  • alcuni tipi di verdura come
    • cipolle
    • aglio
    • carciofi
    • cavoli
    • cavolini di Bruxelles
    • verza
    • broccoli
    • cavolfiori
    • porri
    • sedano
    • asparagi
  • alcuni tipi di frutta come
    • pere
    • mele
    • pesche
    • albicocche
    • mango
    • prugne
    • anguria
  • legumi
    • fagioli
    • lenticchie
    • ceci
  • funghi
  • cereali integrali (crusca, grano)
  • dolci
    • succhi di frutta
    • bevande alla frutta
    • caramelle
    • zucchero
  • gomme da masticare.

Vale la pena ribadire nuovamente che tra gli alimenti sani presenti nella lista (ad esempio ortaggi in genere, legumi, e cereali integrali) è nella maggior parte dei casi sufficiente abituarsi gradualmente al loro consumo, aumentando progressivamente dosi e frequenza di assunzione; si tratta di cibi che dovrebbero infatti costituire la base della dieta della popolazione generale, con le rare eccezioni di specifiche ed accertate intolleranze.

Dieta

Il riso, pur essendo un alimento contenente amido, è l’unico a non causare formazione di gas.

È inoltre consigliato:

  • prediligere cibi sani e di stagione, tra cui
    • pesce
    • carne bianca
    • uova
    • frutta con moderazione e lontano dai pasti principali
    • latte delattosato o vegetale
    • formaggi freschi con moderazione
    • legumi passati, privi di buccia
    • verdure cotte o passati di verdura, prediligendo zucchine, erba cipollina, finocchi, lattuga, pomodori, cetrioli, carote e fagiolini ed evitando in generale le fibre insolubili che allungano i tempi di  digestione
  • bere 2 litri d’acqua al giorno, meglio se a temperatura ambiente ed anche lontano dai pasti
  • non fare uso di cannucce per sorseggiare le bevande
  • non abusare di gomme da masticare
  • smettere di fumare
  • consumare con moderazione alcool, superalcolici, caffè e bevande gassate
  • utilizzare alcuni farmaci solo se prescritti dal medico e ritenuti strettamente necessari (in particolare cortisone, antibiotici, lassativi, inibitori di pompa protonica/antiacidi)
  • dedicarsi giornalmente ad un hobby od un’attività piacevole e rilassante (yoga, pilates, …)
  • allontanare, ove possibile, fonti di ansie o stress
  • muoversi, concedersi almeno una passeggiata di mezz’ora al giorno
  • perdere peso (se sovrappeso o obesi).

Il medico, infine, può suggerire una dieta alimentare:

  • gluten-free, in caso di celiachia o di sospetta sensibilità al glutine
  • a ridotto contenuto di lattosio, in caso di intolleranza al lattosio
  • Low FODMAP (acronimo anglosassone che sta per Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols), in caso di colon irritabile

Altri rimedi

Tra i rimedi naturali, il medico può consigliare l’uso di capsule o tisane a base di uno o più dei seguenti elementi con proprietà digestive, rilassanti e sgonfianti:

  • finocchio
  • anice stellato
  • aneto
  • coriandolo
  • cardamomo
  • cumino
  • melissa
  • camomilla
  • curcuma
  • zenzero
  • the verde
  • carbone vegetale

È bene evitare il fai da te ed assumere queste sostanze, solo dopo aver consultato il medico. Alcuni prodotti, infatti, come ad esempio il carbone vegetale, non vanno assunti per periodi di tempo troppo prolungati e potrebbero inoltre compromettere l’efficacia di alcuni farmaci se assunti contemporaneamente, riducendone l’assorbimento.

Farmaci ed integratori

  • Assumere probiotici a base di Lactobacillus plantarum o yogurt con fermenti lattici vivi, specie in caso di terapia antibiotica. L’uso di fermenti lattici è consigliato anche in caso di diarrea.
  • I farmaci procinetici sono utili in caso di stitichezza.
  • I farmaci ansiolitici o terapie psicologiche individuali o di gruppo sono indicati in caso di stati emotivi disturbati.
  • I farmaci antispastici sono indicati in caso di pancia gonfia, con crampi e dolore addominale.
  • Il simeticone (o dimeticone) può alleviare il gonfiore ed i sintomi eventualmente correlati, come dolore. Il farmaco può essere assunto anche dai pazienti più piccoli.

Ogni terapia farmacologica deve essere assunta solo previa prescrizione medica.

Fonti e bibliografia

  • Manuale di gastroenterologia Unigastro

A cura della Dr.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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