Centri di eccellenza per metastasi al fegato

I tumori del distretto epatobiliare sono neoplasie eterogenee di grande rilevanza clinica per incidenza e complessità di trattamento. Tali tumori possono essere classificati in:

  1. tumori del fegato, primitivi o secondari
  2. tumori delle vie biliari.

Secondo i dati riportati dall’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) e dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), in Italia ci sono oltre 12.000 casi di tumore primitivo del fegato all’anno, circa il 3% di tutti i nuovi casi di tumore, con un rapporto tra maschi e femmine di 2:1.

Altrettanto significativa è l’incidenza di tumori secondari, ossia di metastasi da neoplasie originate in altri organi. Tra queste particolare rilievo ha il tumore del colon-retto: dati epidemiologici dimostrano che fino al 50% dei pazienti con tumore del colon-retto presenta alla diagnosi o sviluppa negli anni successivi alla resezione del tumore primitivo delle metastasi a distanza, prevalentemente epatiche.

Tumori primitivi del fegato 

Neoplasie benigne Sono frequenti (fino al 20% della popolazione) e rappresentano oltre l’80% delle lesioni epatiche scoperte incidentalmente in fegati non cirrotici in corso di accertamenti strumentali per altre patologie.

Il più comune è l'angioma, seguito dall'iperplasia nodulare focale e dall'adenoma. Quest’ultimo tuttavia ha in alcuni casi la tendenza alla trasformazione in un tumore maligno. Molto più rari sono i cistoadenomi, la colangiofibromatosi (o complesso di Meyenburg), l’amartoma, il teratoma ed i PECOMI che comprendono il lipoma, il mielolipoma, l’angiomiolipoma, il leiomioma e l’emangioendotelioma.

Epatocarcinoma È il più frequente tumore maligno primitivo del fegato, rappresentando la quinta neoplasia per incidenza e la terza causa di morte cancro-correlata.

Ben documentata è l’associazione di questa neoplasia con fattori eziopatogenetici: le epatopatie croniche ad eziologia virale (infezione da HBV/HCV), esotossica (alcool), autoimmune (cirrosi biliare primitiva), dismetabolica (emocromatosi, obesità, diabete mellito) e correlata all’assunzione di aflatossine (più tipica dei paesi asiatici).

Tali fattori eziopatogenetici sono anche responsabili del progressivo deterioramento della funzione epatica che condiziona il tipo di trattamento proponibile nel singolo paziente.

Colangiocarcinoma intraepatico È, per incidenza, la seconda neoplasia primitiva del fegato, costituendo però solo il 10% delle neoplasie primitive epatiche. Essa origina dai dotti biliari intraepatici di II o III ordine. Nonostante sia considerata una neoplasia rara la sua incidenza è in costante aumento in tutte le aree geografiche.

L’eziopatogenesi è tuttora poco nota sebbene numerosi studi abbiano dimostrato una correlazione con le epatopatie croniche ad eziologia virale (infezione da HBV/HCV) e con la colangite sclerosante primitiva.

Tumori secondari del fegato (Metastasi)

Il fegato per la sua elevata vascolarizzazione e per la sua struttura di "filtro" è frequente sede di metastasi, soprattutto a partenza dalle neoplasie del tratto gastroenterico.

Queste lesioni possono svilupparsi contemporaneamente al tumore primitivo (metastasi epatiche sincrone) oppure successivamente (metastasi epatiche metacrone). Le metastasi più comuni sono quelle da tumore del colon-retto sebbene sia possibile l’origine da neoplasie interessanti gli organi più diversi quali pancreas, stomaco, mammella, ovaio, utero, rene.

Tumori primitivi delle vie biliari

Tumore di Klatskin È un tumore che origina dall’epitelio della convergenza biliare, anatomicamente distinto, prossimalmente, dal colangiocarcinoma intraepatico e, distalmente, dal colangiocarcinoma della via biliare distale, ossia quello originante dal coledoco, la porzione di via biliare compresa tra l’inserzione del dotto cistico e la papilla di Vater. Questa neoplasia rappresenta il 50-70% dei colangiocarcinomi extraepatici.

Tumori della via biliare distale Rappresentano circa il 40% di tutti i colangiocarcinomi e si caratterizzano per la comparsa precoce di sintomi peculiari quali l’ittero e la colangite; ciò permette in alcuni casi una diagnosi tempestiva e la possibilità di eseguire un trattamento chirurgico con finalità radicale.

Tumore della colecisti Il carcinoma della colecisti rappresenta la neoplasia più frequente delle vie biliari. Con l’aumento degli interventi di colecistectomia laparoscopica l’incidenza di carcinomi della colecisti diagnosticati intra- o post- operatoriamente è aumentata; si tratta spesso di tumori iniziali (T1 o T2), sebbene non sia trascurabile la quota di tumori avanzati (T3 o T4) che vengono diagnosticati solo all’esame istologico definitivo.

Servizio di Televisita 

Per chi desidera ottenere una consulenza oncologica in collegamento video via Skype da remoto con il proprio specialista IEO di riferimento, è disponibile il Servizio di Televisite

Centri di eccellenza per metastasi al fegato

Dove curare le metastasi al fegato?

Risposta: il chirurgo, in particolare quello che si occupa di fare interventi sul fegato.

Come bruciare le metastasi al fegato?

Senza tagli sulla pelle e in anestesia locale oggi è possibile bruciare il tumore del fegato. Si chiama termoablazione a radiofrequenza e permette di eliminare le cellule malate in 15 minuti, con meno rischi e complicanze per i pazienti rispetto alla chirurgia tradizionale (che richiede di solito almeno 2 ore).

Cosa non mangiare con metastasi al fegato?

Escludere gli alcolici per almeno sei settimane dalla data dell'intervento, in modo tale che il fegato possa rigenerarsi. Escludere i cibi grassi. Evitare pesce grasso, tipo sgombro, carpa, salmone, sardine, mitili, anguille.

Quanto si vive con tumore metastatico al fegato?

La storia naturale dei singoli pazienti con metastasi epatiche è assai variabile. Per quanto riguarda le metastasi da tumore colo-rettale, in assenza di trattamento il 60-70% dei pazienti muore entro 1 anno e il 100% entro 3 anni.