Debiti con le banche vanno in prescrizione

Può sempre succedere nella vita che non si riesca ad onorare un debito contratto con banche, finanziarie o anche con privati. Vedremo nel corso dell'articolo cosa succede se non si pagano i debiti, cosa si rischia e quali sono le conseguenze più importanti al nostro patrimonio. A cosa andiamo incontro, insomma, sia nel caso di debiti bancari e con finanziarie che con privati, oppure cosa possiamo fare se non riusciamo a pagare il mutuo. Tratteremo, quindi, in modo approfondito, il tema della messa in mora del debitore e dell'azione esecutiva che precede il pignoramento e l'esproprio dei beni del soggetto insolvente, se non si passa al pagamento dei propri debiti. Prima di procedere, però, vediamo come fare per pagare i debiti contratti, ma anche come non pagarli, se ci sono soluzioni possibili.

Come fare per pagare i debiti

Fondamentalmente esistono due possibili soluzioni a questa domanda: dove si possono trovare risorse, fuori dal normale sistema creditizio, quindi banche e finanziarie, per saldare il debito contratto, e quali sono le soluzioni per evitare il pagamento vero e proprio, se possibile. Insomma, se esistono degli aiuti, anche per legge, delle scappatoie che permettono di non pagare i debiti.

I prestiti tra privati

Negli ultimi tempi il prestito tra privati sta prendendo sempre più piede, anche in forme decisamente più moderne rispetto al passato, come ad esempio il Social Lending ed il crowdfunding, l'utilizzo di piattaforme online che mettono in comunicazione soggetti disposti a prestare soldi e altri che invece sono alla ricerca di un piccolo finanziamento, magari proprio perchè non sanno come fare a pagare un debito contratto con una banca o una finanziaria che sia. Queste tipologie di prestiti si dimostrano utili, infatti, soprattutto per ottenere piccoli finanziamenti, che però possono crescere nel tempo, man mano che si conquista la fiducia degli utenti prestatori sulla piattaforma.

Si fanno anche prestiti senza garanzie

Nel caso in cui si utilizzino le piattaforme online di social lending per richiedere un finanziamento, alcune garanzie sono comunque dovute (a differenza del crowdfunding, dove conta il progetto), ma esistono diverse soluzioni per ottenere un prestito senza garanzie, ne parliamo in modo approfondito nell'articolo linkato, utili soprattutto per chi non può accedere a banche e finanziarie, come disoccupati, protestati, soggetti inseriti nelle liste di cattivi pagatori, per debiti non pagati precedentemente, chi è senza busta paga e così via. In questi casi, infatti, l'istruttoria creditizia comporta sempre un esito negativo. Uno degli strumenti maggiormente utilizzati da chi non può dare garanzie è quello dei prestiti cambializzati, forse la soluzione più veloce e sicura, ma che presenta anche dei pericoli. Se non si riesce a ripagare il proprio debito, infatti, gli interessi possono veramente esplodere. Terminiamo con la nostra pagina, continuamente aggiornata, sugli aiuti alle imprese, con varie misure pensate per venire incontro alle aziende in difficoltà, spesso proprio perché indebitate e non sanno cosa fare per ottenere un finanziamento.

Credito su pegno

Una delle soluzioni più estreme, ma comunque utile, se son si sa come fare a pagare i debiti, è quella di impegnare dei beni posseduti per ottenere un piccolo prestito in attesa di poter riscattare il bene impegnato. Non sono poche le banche che fanno questo servizio, ma attenzione a rispettare i tempi di rimborso del prestito oppure i vostri beni verranno messi all'asta. Naturalmente parliamo di una cosa un po' da ultima spiaggia, ma se non si sa come fare a ripagare un debito, e non ci sono altre soluzioni, il credito su pegno può essere una valida alternativa, per quanto dolorosa, anche perché non è richiesta nessuna istruttoria creditizia. È il bene impegnato che fa da garanzia, naturalmente. Nell'articolo di approfondimento appena linkato spieghiamo inoltre come funziona la normativa del settore, quali sono i beni accettati e mostriamo la lista delle banche più importanti che fanno credito su pegno, con degli esempi di prestito completi di interessi, durata e condizioni.

Come non pagare i debiti

Ebbene si, per quanto possa sembrare strano esistono delle soluzioni che permetto di evitare di pagare un debito, anche se estreme e spesso limitate dalla legge a casi specifici. Vediamo cosa si può fare per non pagare i debiti contratti con creditori di diversa natura.

Esdebitazione verso banche e finanziarie

Non si tratta di una vera e propria esenzione dal debito contratto con istituti bancari e finanziarie, ma del diritto di chiedere al creditore un piano di rientro per estinguere i propri debiti, al di là della sua volontà. Questa disciplina, che prende il nome di esdebitazione, può essere concessa una sola volta nella vita ed è rivolta ai debitori considerati meritevoli di saldare i debiti contratti, entro un tempo massimo di quattro anni, dal momento in cui il giudice emette il decreto di esdebitazione. Si può fare, ma ci sono dei requisiti. Parliamo innanzitutto di soggetti sovraindebitati, nella sostanza pieni di debiti e che hanno bisogno di un aiuto per affrontare una situazione sfuggita di mano, che possono essere sia normali consumatori, quindi debitori nei confronti di finanziarie, che piccoli imprenditori, professionisti, autonomi e così via, maggiormente impegnati con le banche. Per godere dell'esdebitazione devono essere sopraggiunte cause di forza maggiore che portano a non poter pagare i debiti, come il licenziamento oppure problematiche di salute e così via. Va detto che, comunque, è necessario presentare al giudice delle dichiarazioni annuali che certifichino la possibilità di ripagare il debito contratto entro il tempo massimo prestabilito. Insomma, delle entrate bisogna dimostrarle, quindi difficilmente la cosa è possibile per chi è disoccupato o senza reddito. Come fare in questi casi?

Disoccupati e nullatenenti possono non pagare i debiti

Ne parleremo in modo approfondito più avanti, quando vedremo cosa dice la legge riguardo al pignoramento e l'esproprio dei beni. Nella sostanza, se si è disoccupati, il creditore non può pignorare completamente i beni del debitore, c'è tutta una lista di beni non pignorabili che troverete più avanti nell'articolo. Se invece si è del tutto nullatenenti, allora praticamente non si rischia niente se non si pagano i debiti, a differenza di altri paesi dove si va letteralmente in galera. In Italia no, anche se naturalmente si viene inseriti in liste di cattivi pagatori, cosa che impedisce di chiedere un successivo prestito. Se non si riesce a ripagare una finanziaria, o una banca, e non si possiede nulla, nessuno può fare niente, siete in una botte di ferro, anche se in una situazione particolarmente difficile, come è ovvio.

Conseguenze per il debitore insolvente

Stabiliamo innanzitutto una verità, visto che su Internet circolano voci contrastanti e molto spesso anche false: non pagare i debiti non è reato! L'unico caso in cui si può andare incontro a problematiche con la legge è quello dell'insolvenza fraudolenta, ma questo è un altro discorso. L'unica cosa che si rischia quando non si pagano i debiti con la banca o la finanziaria che ci ha prestato i soldi è quella del pignoramento dei beni, mobili o immobili che siano, il tutto preceduto da alcune procedure stabilite da leggi e normative, come vedremo più avanti quando parleremo della messa in mora del debitore e dell'azione esecutiva che precede il pignoramento e l'espropriazione forzata dei beni del soggetto insolvente, anche se va detto che ci sono cose che banche e finanziarie possono pignorare e altre no. Più avanti vi mostreremo la lista dei beni non pignorabili per debiti non pagati.

Il patrimonio personale come garanzia

Se vogliamo, nel momento in cui contraiamo un debito, il nostro patrimonio fa automaticamente da garanzia al prestito, fido o finanziamento ricevuto. Parliamo di beni come l'automobile, i mobili e gli elettrodomestici, giusto per fare un esempio, di una quota dello stipendio o della pensione, i nostri risparmi e addirittura la casa di proprietà, anche se con una trafila burocratica piuttosto complessa, come è ovvio. La possibilità di pignorare i nostri beni, o una parte di essi, va a garantire il creditore di fronte all'insolvenza del debitore. Nel caso di debiti non pagati con banche e finanziarie, inoltre, c'è il rischio concreto di essere inseriti in liste di cattivi pagatori, delle banche dati nella sostanza, che poi renderanno praticamente impossibile, almeno per un certo numero di anni, la concessione di prestiti e finanziamenti. Il pignoramento per un finanziamento non pagato, è bene chiarirlo, è previsto dal Codice Civile, così come l'ereditarietà dei debiti. Ma precisiamo: i figli sono responsabili dei debiti dei genitori se accettano un eventuale eredità, nei confronti della quale può scattare il pignoramento, parziale o totale a seconda dei casi. Se invece si rifiuta l'eredità, allora non si è responsabili dei debiti contratti dal genitore.

Nel momento in cui si hanno debiti con banche, finanziarie o privati, se non si riesce a ripagare il prestito ottenuto, fido o finanziamento che sia, si rischia naturalmente il pignoramento e l'esproprio dei beni, ma tutto questo è preceduto dalla messa in mora del debitore e quindi dall'azione esecutiva, che permette di passare direttamente all'esproprio forzato dei beni del soggetto insolvente. Se la finanziaria a cui ci siamo rivolti, per esempio, non riesce ad incassare la rata con addebito diretto sul nostro conto, perché soldi non ce ne sono, mette in atto una serie di azioni, a partire ovviamente da un avviso bonario, in genere, per sollecitare il pagamento del debito contratto, dopodiché passa all'azione, se non riceve risposte adeguate. Vediamo, passo dopo passo, cosa succede se non si paga una finanziaria o una banca, o comunque un qualsiasi creditore e cosa fare per far fronte al problema, se possibile.

Messa in mora del debitore e sanzioni

Quando non si riesce a pagare il debito con una banca o una finanziaria che sia, prima di arrivare al pignoramento e quindi all'esproprio dei beni, ci si trova invischiati in una procedura costituita da vari gradi di giudizio. Il primo di questi è la messa in mora del debitore, che ha come immediata conseguenza il pagamento di interessi legali e di eventuali danni al creditore sotto forma di sanzioni. Insomma, il ritardato pagamento dei debiti comporta subito delle spese da sostenere, spesso anche piuttosto pesanti. La messa in mora di chi ritarda il pagamento di un debito è fondamentalmente un automatismo e non necessita di atti formali, anche se naturalmente il creditore procederà all'invio di lettere di sollecito del pagamento dovuto. Nella sostanza, chi non paga un debito è soggetto ad una sanzione, prima ancora delle conseguenze destinate ad arrivare al termine dell'iter previsto. Vediamo un elenco di possibili situazioni che portano alla messa in mora di un debitore e al pagamento delle sanzioni dovute, oltre naturalmente alla inevasa restituzione di un prestito, finanziamento o mutuo che sia.

  • Mancato pagamento di un oggetto venduto precedentemente e consegnato
  • Saldo canoni di affitto per immobili residenziali o locali commerciali
  • Mancato pagamento per comportamenti illeciti del debitore (incidenti, danni alle cose o alle persone e così via)
  • Stipendi e fatture per collaborazioni professionali
  • Qualunque promessa di pagamento (per iscritto) non onorata

Azione esecutiva

Nel caso in cui il debitore persista, nonostante i solleciti e la messa in mora, a non pagare il suo debito, allora la banca o la finanziaria possono avviare la procedura per il recupero di quanto a loro spettante. In questo caso è necessario che il creditore sia in possesso di un cosiddetto "titolo esecutivo", vale a dire un documento che autorizzi la procedura che porta infine all'esproprio forzato dei beni. Vediamo un elenco di quelli che possono essere considerati i principali titoli esecutivi, vale a dire documenti che certificano il credito di cui si ha diritto. A questo proposito, prima di procedere oltre, vi consigliamo la lettura dell'articolo di approfondimento su come funzionano le cambiali. Questo particolare titolo di credito, infatti, non richiede un decreto ingiuntivo di un giudice per passare all'esproprio dei beni del debitore insolvente, quindi risulta molto forte in quanto a garanzie del creditore, da qui il suo successo come forma di pagamento dilazionato nel tempo, ma con dei rischi notevoli per il debitore insolvente. Se vi può interessare, leggete anche l'articolo su come funziona il pagherò cambiario, la cambiale maggiormente utilizzata nell'uso comune. Bene, procediamo all'analisi dei principali titoli esecutivi a garanzia del creditore.

  • Promessa di pagamento (assegno, cambiale e così via)
  • Sentenza di condanna
  • Provvedimento di sfratto
  • Decreto ingiuntivo
  • Verbale di conciliazione
  • Contratti

Atto di precetto

Se il debitore, nonostante i solleciti, la messa in mora e l'attuazione della procedura esecutiva, continua a non pagare il suo debito, allora il creditore può mettere in atto i passaggi conclusivi che portano al pignoramento e all'espropriazione forzata vera e propria dei beni del soggetto insolvente. Va effettuata innanzitutto la notifica al debitore del titolo esecutivo, mediante ufficiale giudiziario, quindi si invia l'atto di precetto, in cui si intima il pagamento del debito contratto entro un tempo massimo di 10 giorni. Se entro tale termine il debitore non paga quanto dovuto, si può procedere all'esproprio dei beni. L'atto di precetto, è bene ricordarlo, ha una durata di 90 giorni, quindi 3 mesi, scaduti i quali, se non si è ancora proceduti all'esproprio dei beni, è necessario notificarne un altro.

Pignoramento ed esproprio dei beni

Al termine della trafila burocratica vista in precedenza il creditore, banca, finanziaria o privato che sia, può finalmente, dal suo punto di vista, mettere in atto il pignoramento e l'esproprio forzato dei beni del debitore insolvente. I beni espropriati, come arredi, automobili, immobili e così via, vengono presi in consegna dall'Istituto Vendite Giudiziarie, che provvederà a metterli all'asta e quindi a saldare il creditore. Solo se beni mobili e immobili non sono sufficienti a saldare il debito dovuto si può passare al pignoramento di conti correnti, stipendi e pensioni, ma con numerosi limiti per il creditore, che vedremo più avanti. Va detto che il creditore, se i beni pignorati hanno un valore economico ben determinato, può chiedere la cosiddetta "assegnazione diretta", invece della vendita giudiziaria. Prima di vedere come funzionano le tre tipologie di espropriazione forzata, vediamo quali sono i beni esclusi dal pignoramento, in caso di insolvenza di chi è tenuto al pagamento di un debito.

Cosa non si può pignorare

Riassumendo: banche, finanziarie e privati creditori possono pignorare tutti i beni mobili e immobili, tranne quelli che hanno un valore affettivo o religioso, oppure sono necessari allo svolgimento della vita del debitore. Vediamo una lista riassuntiva di quello che banche, finanziarie e creditori privati non possono pignorare.

  • Beni commestibili e combustibili funzionali al mantenimento del debitore e della sua famiglia (per un mese)
  • Armi ed altri oggetti con obbligo di detenzione per funzioni di pubblico servizio
  • Anelli nuziali e beni necessari alla gestione dell'ambito familiare (letti, tavoli, sedie, frigorifero, stufe e così via)
  • Oggetti sacri o per riti di culto
  • Animali da compagnia
  • Animali di sostegno alla disabilità
  • Scritti personali o di famiglia

Va aggiunto che sono solo parzialmente pignorabili i beni funzionali all'esercizio della professione del debitore (in genere solo fino ad un massimo di 1/5 dei beni totali), così come eventuali crediti non riassumibili in una lista in quanto spesso effetto della decisione del Presidente del tribunale o del giudice delegato, a seconda del contesto (quantità del debito inevaso, condizioni del debitore e così via). Bene, dopo aver visto quali beni non possono essere pignorati da banche e finanziarie se non si pagano i debiti, analizziamo le tipologie di esproprio a disposizione del creditore.

Esproprio mobiliare presso domicilio del debitore

Questa è la situazione più classica, che certo tanti italiani conoscono, visto che è piuttosto comune. Su richiesta della banca o della finanziaria, così come del privato, a cui non paghiamo il nostro debito, un ufficiale giudiziario si reca presso il domicilio del debitore e redige un verbale in cui elenca i beni che possono essere pignorati. La scelta, da questo punto di vista, spetta all'ufficiale giudiziario, su una base di parametri come la possibilità di venderli velocemente, lo stato delle cose e così via. Va detto che anche l'avvocato del creditore, che accompagna l'ufficiale giudiziario, può partecipare alla scelta dei beni da pignorare ed espropriare. Si possono espropriare mobili, elettrodomestici, televisori, quadri e tappeti, così come anche eventuale denaro liquido a disposizione del debitore, gioielli e il contenuto di una cassaforte, se presente nell'abitazione. Dopo aver redatto il verbale, l'ufficiale giudiziario provvederà a nominare un custode dei beni pignorati e a depositare il verbale stesso presso la cancelleria del giudice. A questo punto tutto è pronto per la vendita all'asta dei beni espropriati del debitore insolvente. L'asta giudiziaria prevede tre tentativi di vendita che, se infruttuosi, portano alla restituzione di quanto pignorato al debitore e la possibilità per il creditore di attuare il pignoramento di altri beni, fino ad ottenere quanto dovuto. Va precisato che quando si parla di espropriazione forzata presso il proprio domicilio si intende anche luoghi di cui il debitore abbia il diritto di usufrutto.

Pignoramento dell'automobile

L'esempio più classico è quello dell'automobile parcheggiata in un box, posto macchina e così via. In questo caso anche l'automobile del debitore potrà essere pignorata. A questo proposito, va precisato che l'esproprio dell'automobile di proprietà del debitore insolvente può avvenire anche con la semplice intimazione a consegnare il mezzo presso l'istituto vendite giudiziare. In pratica, l'ufficiale giudiziario non ha l'obbligo di recarsi presso il domicilio di chi non ha provveduto al pagamento dei propri debiti per espropriargli l'automobile, ma può limitarsi ad una semplice visura presso il Pubblico Registro Automobilistico (PRA), anche solo per via telematica.

Pignoramento beni presso terzi

Anche se con delle problematiche maggiori rispetto all'esproprio dei beni direttamente posseduti, soprattutto a livello burocratico, il creditore di un debito non pagato può procedere al pignoramento dei beni anche quando questi sono posseduti da soggetti terzi. Un esempio può essere quello dell'automobile prestata ad un amico o parente che sia, ma vale per qualunque altro bene risulti di proprietà del debitore insolvente ma in possesso di un altro soggetto. In effetti, però, il caso più comune di pignoramento ed esproprio dei beni presso terzi è quello di un credito del debitore nei confronti di un altro soggetto, parliamo quindi dello stipendio, della pensione o del conto corrente. Ci sono ovviamente delle regole da rispettare. Vediamole.

  • Stipendio
  • Non si può privare una persona di quello che gli serve per vivere, quindi la legge dice che, in conseguenza di un debito non pagato, si può pignorare un valore corrispondente ad un massimo di un quinto dello stipendio netto in busta paga. Se, in seguito ad un prestito o finanziamento che sia, il debitore insolvente ha già impegnato un quinto del suo stipendio, quest'ultimo non verrà escluso dal valore netto della busta paga, quindi il quinto pignorabile sarà al lordo di quello impegnato per rimborsare il finanziamento in corso.

  • Pensione
  • Anche in questo caso si può pignorare un valore massimo equivalente ad un quinto della pensione, ma nel calcolo va effettuata la decurtazione del cosiddetto "minimo vitale", che corrisponde alla pensione sociale aumentata della metà del suo valore.

  • Conto corrente
  • Si può espropriare, dal conto corrente di chi non paga un debito, solo la somma eccedente il triplo dell'assegno sociale, naturalmente fino a coprire il debito inevaso e gli eventuali costi sostenuti per rientrare in possesso del proprio credito. Tutto questo per somme derivanti da stipendio o pensione. Per somme che invece sono il frutto di versamenti di diversa natura vale la regola dell'esproprio fino al 100% delle somme giacenti sul conto del debitore insolvente.

Esproprio immobiliare

Abbiamo parlato delle problematiche legate al pignoramento di un immobile nel caso in cui sia sottoposto ad ipoteca nel nostro articolo su come funziona l'ipoteca sulla casa, dove troverete informazioni dettagliate sulle procedure di esproprio di questo bene, che, soprattutto se è la prima abitazione, gode di un trattamento particolare e diverso da altri beni di proprietà di chi non paga un debito contratto. Nel caso specifico di cui ci occupiamo oggi, quello dell'esproprio dei beni dei debitori insolventi, anche il pignoramento di un immobile per debiti non pagati segue le procedure viste in precedenza, vale a dire un atto che individua il bene da espropriare, l'indicazione del credito inevaso, il titolo esecutivo e quindi il precetto, di cui abbiamo parlato precedentemente. L'ufficiale giudiziario provvederà quindi all'ingiunzione con cui intima al debitore insolvente l'impossibilità di disporre del bene in oggetto, nel nostro caso l'immobile sottoposto ad esproprio. Il tutto verrà trascritto presso la Conservatoria dei Registri immobiliari. Infine, almeno fino al momento dell'effettiva vendita, il debitore potrà continuare ad abitare nell'immobile espropriato.

Prescrizione e nullatenenza

Se la banca, la finanziaria o il privato a cui non riusciamo a pagare il nostro debito, non esercita nessuna azione coercitiva per costringerci ad assolvere al nostro compito, il debito contratto verrà estinto mediante l'istituto della prescrizione. Ovviamente questa è un'ipotesi altamente improbabile, ma la legge sulla prescrizione parla chiaro. Oltre tale termine, che dipende dal tipo di credito e non è quindi possibile stabilirlo entro un periodo determinato, il credito di cui si ha diritto non risulterà più esigibile. Per quanto riguarda le conseguenze di un debito non pagato da parte di chi risulta nullatenente, quindi senza un reddito o beni espropriabili, fondamentalmente non si rischia nulla. Insomma, a differenza di quanto avviene in altri paesi, per debiti non pagati in Italia non si va in galera. Se non si ha nulla di proprietà, nessuno può forzare il pagamento di un debito, pignorare qualcosa o imporre sanzioni di qualunque tipo. Nel caso in cui il creditore sia una banca o una finanziaria, come abbiamo spiegato in diversi degli articoli linkati in precedenza, allora è possibile la segnalazione, cioè l'inserimento, nelle varie liste di cattivi pagatori, come la Centrale Rischi di Banca d'Italia oppure le varie Sic come Crif e altre. Se volete approfondire il discorso segnalazione come cattivi pagatori, vi consigliamo la lettura della nostra guida alle centrali di rischio, dove troverete la lista delle banche dati più importanti, quali sono le SIC più diffuse ed anche come consultare i propri dati personali ed eventualmente rettificarli o cancellarli. Attenzione però, perché se il creditore invia periodicamente solleciti di pagamento del debito inevaso, la prescrizione non verrà mai applicata. In questo caso, se il debitore diventa titolare di un reddito, per esempio da lavoro, o di un bene di qualunque tipo, nel caso in cui non assolva al pagamento di quanto dovuto può subire la procedura di pignoramento ed esproprio descritta in precedenza.

Se non riusciamo a pagare il mutuo

Dopo aver visto la normativa vigente relativa al mancato pagamento dei debiti, vi consigliamo la lettura di alcuni nostri articoli su un problema piuttosto comune, vale a dire quello dell'impossibilità di pagare le rate del mutuo ottenuto per l'acquisto della prima casa, che prevede anche tutta una serie di agevolazioni, soprattutto per le giovani coppie, di cui parliamo nell'articolo appena linkato. Ovviamente, vi invitiamo innnanzitutto alla lettura dell'articolo su quali sono i costi del mutuo, compresi quelli cosiddetti "nascosti". Nel caso in cui vi stiate chiedendo cosa succede se non si riesce a saldare il debito contratto per l'acquisto della casa, vi consigliamo l'articolo sulle conseguenze di un mutuo non pagato, dove troverete tutte le informazioni del caso sui tempi, i ritardi nei pagamenti prima che scattino le procedure di pignoramento dei beni, come vengono calcolati gli interessi di mora, la segnalazione Crif e Sic, le banche dati dei cattivi pagatori, e tanto altro. Naturalmente, anche nel caso in cui qualcuno, in genere un genitore, abbia garantito per voi, ci sono conseguenze per il mancato pagamento del debito con una banca o una finanziaria. A questo proposito abbiamo approfondito l'argomento nell'articolo sulle conseguenze per il garante di un mutuo non pagato, a cui vi rimandiamo per avere tutte le informazioni del caso.

Si può fare la surroga

Prima di arrivare al punto di non riuscire a pagare le proprie rate, valutiamo la possibilità di usufruire di un'opzione che può essere molto vantaggiosa, a condizione di possedere determinati requisiti. Parliamo della surroga del mutuo, un diritto stabilito dalla legge che può aiutarci ad affrontare un momento di difficoltà economica e quindi di sostenibilità del debito contratto per l'acquisto della casa. La surrogazione, per essere vantaggiosa, ha bisogno di determinate caratteristiche, prima fra tutte un periodo di ammortamento da sostenere ancora piuttosto sostanzioso, altrimenti si rischia il rifiuto della banca quando facciamo la domanda di surrogazione, oppure di pagare tassi di interesse maggiori di quelli concordati con il vecchio contratto.