Giorgio padoan boccaccio e il mondo mercantile

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RASSEGNA BOCCACCIANA

Lettere Italiane

Vol. 12, No. 1 (GENNAIO-MARZO 1960)

, pp. 76-101 (26 pages)

Published By: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

https://www.jstor.org/stable/26248160

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Journal Information

Di prestigio internazionale, è la più autorevole rivista di letteratura italiana, che felicemente concilia rigore filologico ed esegetico e attenzione al nuovo, e, nella sua storia, ha ospitato le voci più significative delle varie tradizioni internazionali di studi sulla civiltà italiana, approfondendo dibattiti di metodo e inserendo le lettere italiane nella tradizione degli studi romanzi e comparati. Ricchissimo e tempestivo il contributo all'informazione critico-bibliografica. Alla rivista si affiancano le due collane Biblioteca di Lettere Italiane e Saggi di Lettere Italiane

Publisher Information

Founded on 1st March, 1886, at Verona by Leo Samuel Olschki as Libreria Antiquaria Editrice, the firm moved to Venice in 1890 and then, in 1897, to its permanent home, Florence. It had branches in Rome at the beginning of this century, and in Geneva (1917). In 1946 Cesare and Aldo, Leo's sons, separated the antiquarian department from the editorial department, which was later directed by the third generation of the Olschkis (Alessandro), the fourth (Costanza and Daniele) and the fifth (Serena). It is one of the very rare examples of an editorial management which has remained for more than a century in the same family.

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Lettere Italiane © 1960 Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.
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Una delle caratteristiche principali del capolavoro di Giovanni Boccaccio è senza dubbio l’enorme varietà geografica presente nel Decameron: l’autore infatti cita circa 180 tra paesi e città, che all’interno delle cento novelle rappresentano ambientazioni o anche soltanto rapidi accenni. Ci sarebbe dunque, concretissimo, un rapporto tra le ambientazioni delle storie narrate dalla brigata e i suoi personaggi, come se i luoghi geografici influenzassero le azioni dei protagonisti. Il nostro intento è quello di verificare se sia possibile creare un parallelismo strutturale tra l’astuzia dei personaggi e la città di Firenze, e, per opposizione, constatare come alcuni pregiudizi e inimicizie storico-politiche facciano sì che Venezia, Siena e altre realtà siano popolate da gente piuttosto sciocca. La centralità di Firenze all’interno della geografia del Decameron è indiscussa: in effetti la maggior parte delle novelle è ambientata proprio in questa città, e sembra valere in tutta l’opera un semplice assioma per il quale più ci si allontana dalla Toscana (e da Napoli) più i contorni si fanno sfumati, la precisione scema e l’importanza dell’ambientazione viene meno. Forse anche per questo la critica ha sempre voluto cercare un significato particolare anche nella posizione delle novelle fiorentine all’interno delle varie giornate. D’altro canto, Boccaccio utilizza spesso la caratterizzazione geolinguistica dialettale ogniqualvolta voglia tratteggiare negativamente un veneziano o un senese: sarà forse un caso? Altri confronti, come per esempio quello tra la novella ravennate di Nastagio degli Onesti (V 8) e quella fiorentina di Federigo degli Alberighi (V 9) ci aiuteranno a chiarire se davvero sia il caso di stabilire una scala di valori geografica. Bibliografia essenziale: - Vittore Branca, Boccaccio Medievale, Firenze, Sansoni, 1998 (1956); - Giorgio Cavallini, Postilla sulla geografia del Decameron, in «Rivista di Letteratura Italiana», XX, vol.3, 2002, pp. 91-104; - Roberto Mercuri, Genesi della tradizione letteraria italiana in Dante, Petrarca e Boccaccio, in «Letteratura italiana. Storia e geografia», vol. I, Torino, Einaudi, 1987; - Giorgio Padoan, Sulla novella veneziana nel «Decameron», in Boccaccio Venezia e il Veneto, a cura di Vittore Branca e Giorgio Padoan, Firenze, Olschki, 1979, pp. 17-46; - Manlio Pastore Stocchi, Dioneo e l’orazione di frate Cipolla, in Boccaccio Venezia e il Veneto, a cura di Vittore Branca e Giorgio Padoan, Firenze, Olschki, 1979, pp. 47- 61. - Introduzione al Decameron, a cura di Michelangelo Picone e Margherita Mesirca, Firenze, Cesati, 2004; - Francesco Tateo, Boccaccio, Laterza, Roma, 1998.

Qual è per Boccaccio nel Decameron il rapporto ideale tra i valori del mondo mercantile ei valori dell'aristocrazia?

Quando Boccaccio delinea un modello di uomo ideale mescola insieme accortezza economica e nobiltà d'animo. Egli intende proporre un modello umano e sociale che unisca le virtù aristocratiche alle virtù borghesi. È un progetto utopico e consapevolmente lo distanzia in uno spazio e in un passato ideali.

Cosa pensa Boccaccio dei mercanti?

L'autore esalta la “ragion di mercatura” come un grande ideale, ma riesce anche a trovare limiti che ci riportano al giudizio morale di Dante, che proprio nel commercio vedeva l'origine dell'avarizia e criticava i “subiti guadagni” di chi lo praticava.

Che ruolo ha il mondo mercantile all'interno del Decameron?

Il mondo della mercatura è talmente fondamentale nel Decameron che viene significativamente trattato sin dall'inizio nella novella della prima giornata (Ser Ciappelletto) in tutti i suoi aspetti: se da un lato mette in rilievo la saggezza, la responsabilità, l'intelligenza del mercante, dall'altro critica e ammette l' ...

Quali valori Boccaccio attribuisce al ceto mercantile?

Quali valori Boccaccio attribuisce al ceto mercantile? L'attenzione di Boccaccio verso questo mondo risponde alla sua intima adesione ai nuovi valori diffusi della civiltà mercantile: l'intelligenza, l'affermazione individuale, la capacità di iniziativa sono tutti comportamenti derivati dalla pratica mercantile.