di Valentina Murelli - 21.10.2021 - Scrivici Seno fa male allattamento: cosa fare se il dolore non passa. Come sfiammare il seno e che fare in caso di lesioni, arrossamenti, ragadi, ingorgo, mastite "Diciamolo subito: allattare non deve provocare dolore e spesso tutto va per il meglio". Parola della ginecologa Paola Pileri, esperta di patologia della gravidanza e di allattamento dell'Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano. "Se però il seno fa male, e non si tratta solo di un fastidio temporaneo legato alle prime poppate, è il caso di indagare meglio, per capire le cause del dolore e porre rimedio". Con alcuni accorgimenti, un po' di pazienza e, se serve, qualche farmaco, la situazione si risolve nel giro di pochi giorni. In effetti è vero: non sempre l'allattamento è un idillio, specialmente all'inizio. Un attacco non corretto del piccolo alla mammella, oppure particolari predisposizioni anatomiche, infezioni, o addirittura un forte stress della mamma possono portare a ragadi, ingorghi, mastiti, ma anche candida o vasospasmo. Tutte condizioni responsabili di dolore al seno, talvolta così forte da risultare insopportabile e scoraggiare anche le mamme più motivate all'allattamento. "Ragadi, ingorghi e mastiti si verificano in genere nelle prime settimane di allattamento, mentre candida e vasospasmo possono verificarsi anche a distanza di mesi o addirittura di anni, per le donne che allattano in modo prolungato" chiarisce Pileri. Vediamo allora quali sono le condizioni principali che possono provocare dolore al seno durante l'allattamento e cosa fare per farlo passare. In questo articolo
1. Il male delle prime poppateTalvolta, nelle primissime poppate, si può avvertire un fastidio o un piccolo dolore al capezzolo, come se questo venisse tirato con forza o addirittura "stappato". "È una condizione dovuta allo stiramento dei dotti galattofori, che si verifica per l'effetto ventosa che fa il bambino quando si attacca e succhia" spiega la ginecologa. In questi casi non c'è nulla di cui preoccuparsi: "Il dolore – ma spesso è solo un fastidio – dura per pochi secondi all'inizio delle prime poppate. Dopo due/tre giorni non si avverte più nulla". Male al seno quando si allatta, ecco come prevenirloAlcune piccole strategie possono essere d'aiuto nel prevenire disturbi responsabili di dolore al seno durante l'allattamento. Ecco quali sono, secondo le indicazioni di Unicef e Organizzazione mondiale della sanità sull'allattamento al seno e i consigli di Paola Pileri.
2. Le ragadiLe ragadi sono vere e proprie lesioni che si formano sul capezzolo: in alcuni casi si tratta di tagli, anche profondi, che possono essere localizzati al centro del capezzolo stesso oppure ai bordi. In altri casi la ragade ha l'aspetto di un'abrasione, come se fosse venuto via il primo strato di pelle. Queste lesioni possono sanguinare e si accompagnano sempre a un dolore piuttosto intenso, soprattutto nel momento dell'attacco. "Le ragadi si formano perché il capezzolo va a sfregarsi di continuo sul palato del bambino, invece che rimanere fisso senza muoversi in fondo al palato stesso", spiega Pileri. Questo può succedere per due motivi principali:
In caso di ragadi, si possono fare varie cose per risolvere la situazione, alleviando il dolore sul momento ed evitando che le lesioni progrediscano o che se ne formino di nuove.
L'attacco correttoIl primo passo fondamentale per un buon allattamento è che il bimbo si attacchi al seno in modo corretto. Ecco quali sono gli indizi che va tutto bene, secondo il dossier Allattamento al seno: tra arte, scienza e natura del Ministero della salute:
Allattamento al seno: TUTTO quello che bisogna saperevai alla gallery Dai benefici per mamme e bebè alle strategie per cominciare bene e ridurre i rischi di problemi al seno, dai diritti della donna che allatta ai consigli sullo stile di vita, dalla fisiologia... 3. L'ingorgo mammarioIl seno si presenta teso, duro, dolente e a volte può esserci un po' di febbre, più bassa di 38-38,5° C: ecco i sintomi di un ingorgo mammario, una condizione che si verifica quando c'è uno squilibrio tra la domanda di latte da parte del bambino e l'offerta da parte della mamma, che ne produce più di quanto il piccolo riesce a succhiare. In questi casi, il seno non viene drenato in modo adeguato e si possono appunto creare degli ingorghi. "Può succedere nei primi 40 giorni, durante la fase detta di calibrazione, nella quale la produzione di latte si sta adeguando alle richieste del bimbo" spiega Pileri. Ma l'ingorgo può formarsi anche in altre situazioni: "Per esempio se si passa da un allattamento a richiesta a uno ad orari fissi, o se per qualche ragione il bambino cambia abitudine: magari cambia il clima - da molto caldo a più fresco - e il piccolo all'improvviso poppa meno". Anche le protesi della mammella, applicate in chirurgia plastica additiva possono bloccare meccanicamente la fuoriuscita di latte e lo stesso può succedere se si indossano indumenti o reggiseni molto stretti o con ferretto. Ecco come intervenire in caso di ingorgo:
4. La mastiteI sintomi della mastite sono molto caratteristici: una parte del seno si presenta molto arrossata, calda, dolente e dura. Oltre a questo, c'è un malessere generale e la febbre sopra i 38° C. La mastite può dipendere da due cause principali:
La mastite può comparire nelle prime settimane di allattamento oppure intorno ai 3/4 mesi, al momento del ritorno al lavoro. "In questo casi il cambio di schema dell'allattamento può portare a squilibri nella produzione di latte, con accumuli che possono portare a infiammazione" chiarisce la ginecologa. Ecco come si interviene in caso di mastite:
La mastite è una condizione che, se ben curata, si risolve senza problemi. Non va tuttavia trascurata, perché può portare a una complicazione importate, cioè l'ascesso. 5. La candidaSi tratta dell'infezione da parte di un fungo e comporta un dolore fortissimo simile a spilli o a una pugnalata, che può persistere o addirittura peggiorare anche dopo la poppata. "A volte, la mamma rifiuta addirittura di attaccare il bambino, tanto è intenso il male che prova" spiega Pileri. A parte il dolore particolare, non ci sono molti segni caratteristici: "Il seno può apparire rosato o lucido, ma spesso non si vede nulla". Diverse le possibili cause: condizioni, come le ragadi, che possono facilitare la comparsa di infezioni, trattamenti antibiotici della mamma che provocano uno squilibrio nelle popolazioni di microrganismi che popolano l'organismo, favorendo l'insorgenza dell'infezione, mughetto del bambino. Il trattamento prevede la somministrazione di pomate antinfungine. 6. Il vasospasmoSi tratta di una condizione che interessa soprattutto le donne con malattie autoimmuni, come l'ipotiroidismo, ma può verificarsi anche in altre mamme. È caratterizzato da un dolore molto intenso, anche in questo caso tipo pugnalata, che spesso interessa anche la schiena. "A volte questo dolore compare anche al di fuori della poppata" afferma Pileri. Dipende da una particolare costrizione dei vasi sanguigni, che viene tipicamente scatenata da sbalzi termici. Per questo, può essere utile cercare di mantenere il seno al caldo, coprendolo oppure praticando un piccolo massaggio o applicando una boule dell'acqua calda. "Come terapia possono essere utili vitamine del gruppo B ed eventualmente un farmaco chiamato nifedipina, da utilizzare a basse dosi e con attenzione, perché provoca abbassamento di pressione". Domande e risposteSto allattando per le prime volte e avverto un fastidio al capezzolo. È normale?Nelle primissime poppate si può avvertire un fastidio o un piccolo dolore al capezzolo, come se questo venisse tirato con forza o addirittura "stappato". È una condizione dovuta allo stiramento dei dotti galattofori, che si verifica per l'effetto ventosa che fa il bambino quando si attacca e succhia. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, in genere dopo due/tre giorni non si avverte più nulla. Allatto e ho le ragadi al seno: cosa posso fare per farle passare?La prima cosa da fare, ovviamente con l'aiuto di un esperto, è rivedere la posizione della poppata, perché evidentemente il bambino non si sta attaccando bene. Poi occorre mantenere il più possibile il seno all'aria, coprendolo poco. Si può anche coprire il capezzolo con qualche goccia di colostro o di latte, che aiutano la cicatrizzazione delle ferite. Infine, non c'è motivo di soffrire: se serve si può tranquillamente prendere un antidolorifico. Allattamento e ingorgo mammario: come intervenire?In caso di ingorgo mammario, è consigliabile attaccare il bambino più spesso (ciò aiuta il drenaggio del seno). Se il neonato non vuole attaccarsi, si può anche svuotare il seno in modo manuale, con l'accortezza di farlo solo quel tanto che basta ad alleviare il disagio. Prima della poppata si può effettuare un impacco caldo-umido con acqua, per favorire la fuoriuscita del latte. Dopo la poppata, invece, un impacco freddo aiuta ad alleviare i sintomi. In genere in caso di ingorgo l'antidolorifico non è necessario, perché si tratta di una situazione piuttosto blanda. Se però il dolore è forte, si possono utilizzare farmaci come paracetamolo o ibuprofene. Come sfiammare il seno?Molto dipende dalla causa. Se il seno è gonfio e dolorante può esserci una mastite in atto e come tale andrà curata. Può essere utile un impacco caldo e l'assunzione di un antinfiammatorio Cosa significa se il seno fa male?La causa principale è spesso legata ad una scorretta posizione del bambino durante l'allattamento: il piccolo non si attacca bene e ciò provoca dolore al seno. Ricorda che la bocca del bambino deve essere spalancata e deve coprire l'intera areola e non solo il capezzolo. Revisionato da Francesca Capriati TAG:
TI POTREBBE INTERESSAREultimi articoliCome ti accorgi di avere la mastite?Come si manifesta
La mastite ha una sintomatologia ben definita: il disturbo si contraddistingue per un forte dolore al seno, accompagnato da gonfiore, rossore e febbre. La cute, per effetto della infiammazione, è particolarmente tesa, e provoca nella paziente anche una sensazione di bruciore e fastidio.
Quanto tempo ci vuole per far andare via il latte?Prima o poi, tutti i bambini allattati al seno smettono spontaneamente di poppare. A volte succede presto, ma in genere i bimbi lasciati liberi di scegliere tendono a "svezzarsi da soli" tra i due e i 5-6 anni: una condizione che non ha nessuna controindicazione ma che può risultare pesante per alcune mamme.
Cosa succede se non svuoto il seno?In questa fase, però, può accadere che il seno, se non viene drenato adeguatamente e con una certa frequenza si ingorghi. In questo caso appare gonfio, arrossato e duro, la mamma prova dolore al seno e spesso il bimbo fatica ad attaccarsi e a succhiare.
Come si fa a far andare via il latte materno?Quindi il modo più semplice per far regredire il latte è quello di diminuire l'idratazione (bere poco) e non attaccare più il bambino al seno. Nei primi giorni ci può essere un po' di tensione mammaria.
|