Novità pensioni per i nati nel 1956

RIFORMA PENSIONI, I RISCHI PER I NATI NEL 1956

Come viene ricordato da ultimora.news, in tema di riforma pensioni cresce l’attesa per sapere quale misura verrà adottata per il post-Quota 100, ma potrebbero volerci molti mesi per scoprirlo, considerando che con tutta probabilità solamente con la prossima Legge di bilancio si arriverà a definire l’eventuale modifica del sistema previdenziale. Intanto a rischiare di rimetterci di più sembrano essere i nati nel 1956, ovvero le persone “che oggi hanno 65 anni di età o che si accingono a compierli. Per loro esistono diverse misure di anticipo pensionistico, ma necessitano di carriere piuttosto lunghe e complesse, con anni di contribuzione rilevanti. Sono 38 anni per esempio quelli che consentirebbero ad un nato nel 1956, un 65enne di oggi, di anticipare la pensione con la quota 100. E servono 30 o 36 anni per l’Ape sociale, 35 per le lavoratrici con opzione donna, 41 anni per la quota 41 e 42,10 o 41,10 per le anticipate ordinarie. Con pochi anni di contributi le porte delle pensioni restano chiuse se non si arriva a 67 anni e si centra l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia. E per chi è nato nel 1956, se ne riparlerà nel 2023”.

CAZZOLA, ANTICIPO PENSIONI IN UE? MENO E CON PIÙ PENALIZZAZIONI

Nella sua analisi sul quotidiano online “StartMag.it” l’ex sindacalista Giuliano Cazzola fa il punto sugli ultimi dati emersi sulle pensioni e riflette sulla discussione ancora preliminare tra sindacati e Ministero del Lavoro in merito alla prossima riforma previdenziale: «opportuno distogliere l’attenzione da quando gli italiani – delle attuali generazioni – tagliano in traguardo della pensione, per poter continuare ad agitare l’età legale di vecchiaia a 67 anni come una delle più elevate in Europa, quando tutti sanno che l’età effettiva è più bassa». Il pensionamento anticipato esiste anche all’estero, spiega Cazzola, ma in forma comunque minore rispetto al nostro Paese, in confronto alle pensioni di vecchiaia «inoltre, l’anticipo della pensione, laddove è consentito, è sottoposto a penalizzazioni economiche che da noi non sono previste». Nel settore privato alle dipendenze e autonomo, al 1° gennaio scorso vi erano 4.668.113 pensioni anticipate (più 210mila prepensionamenti) e 4.667.766 di vecchiaia: «La spesa complessiva nel 2020 è stata nel primo caso pari a oltre 105 miliardi e a 41 miliardi nel secondo», conclude Cazzola nel suo editoriale su StartMag.it. (agg. di Niccolò Magnani)

NIENTE CUMULO CONTRIBUTIVO PER IL CONTRATTO DI ESPANSIONE

Come evidenzia un articolo del Sole 24 Ore, una recente circolare dell’Inps ha fornito le indicazioni operative relative al contratto di espansione, una delle misure di riforma pensioni potenziate con la Legge di bilancio 2021. Tuttavia, manca un chiarimento importante. Se infatti è stato chiarito che il contratto di espansione può essere utilizzato dai gruppo di imprese, “nessuna menzione diretta è stata fatta in merito al contratto di rete”, che “potrebbe coincidere con la definizione più allargata di ‘accordi contrattuali tra aziende’” fornito dalla circolare Inps. È stato invece chiarito che il cumulo contributivo gratuito “non è operativo per i lavoratori che accedono al contratto di espansione, analogamente a quanto avviene già per i fondi bilaterali e per l’isopensione”. Il quotidiano di Confindustria spiega che questo può rendere “più difficile l’adesione di quei lavoratori originariamente dotati di fondi speciali (telefonia, poste, elettricità eccetera) che si trovano spesso con la contribuzione sparsa in più gestioni”.

INPS, L’OBISM DIVENTA DINAMICO

In un articolo su Avvenire viene ricordato che quest’anno il “certificato dell’Inps che attesta la titolarità dell’assegno mensile”, ovvero l’ObisM presenta una novità. Infatti, “a differenza degli altri anni per i quali è sempre disponibile sul sito dell’Inps la versione statica storicizzata, il certificato è ora disponibile in modalità ‘dinamica’ per le pensioni della Gestione privata e per quella dei lavoratori dello spettacolo e dello sport. È consultabile infatti anche per le prestazioni liquidate in corso d’anno ed è costantemente aggiornato in base alle informazioni d’archivio disponibili al momento della richiesta”. Nell’articolo viene anche ricordato che “al testo del certificato l’Inps ha aggiunto di volta in volta nuove informazioni e notizie seguendo l’attualità e gli sviluppi del sistema previdenziale. Vale ora per i pensionati con Quota 100 e per i ‘precoci’ l’avviso sul regime della incumulabilità dell’assegno e sull’obbligo di comunicare tempestivamente nuovi redditi da lavoro che comportano la sospensione del pagamento”.

RIFORMA PENSIONI, L’INVIO DEI QUESTIONARI INPS

Oggi l’Inps farà partire una campagna di rilevazione dedicata al servizio di accesso alle prestazioni pensionistiche. Come è stato spiegato in un messaggio a firma del Direttore generale dell’Istituto, Gabrielle Di Michele, diffuso la scorsa settimana, tale campagna è rivolta “a 300.000 utenti e relativa ai seguenti trattamenti: Pensione di vecchiaia; Pensione anticipata; Pensione ‘Quota 100’; Pensione in regime di cumulo; Pensione in regime di totalizzazione”. Nel messaggio viene anche spiegato che tale rilevazione si colloca nell’ambito dell’iniziativa di sperimentazione delle Linee guida sulla valutazione partecipativa messe a punto dal Dipartimento della Funzione pubblica, coinvolgendo quindi anche gli utenti finali delle prestazioni. Da oggi, quindi “gli utenti percettori di prestazioni nell’anno 2020” riceveranno una mail contenente un link per compilare un questionario.

LE INDICAZIONI UTILI

Nel messaggio dell’Inps non viene specificato quali saranno le domande rivolte, ma viene evidenziato che “i risultati, che verranno resi noti con successivo messaggio, oltre a fornire preziose indicazioni riguardo alla soddisfazione di questa tipologia di utenti durante il periodo emergenziale, costituiranno le evidenze per il proseguimento dei laboratori sulla valutazione partecipativa”. C’è da sperare che dalle indicazioni possano arrivare anche dei suggerimenti utili per migliorare la fruizione non solo delle normali prestazioni pensionistiche, ma anche di quelle frutto delle misure di riforma pensioni che si succedono negli anni.

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Quando andranno in pensione i nati nel 1956?

La pensione per chi è nato dopo il 1955 Con l'Ape sociale per esempio, nel 2022 usciranno i nati tra il 1956 e il 1959, cioè dai 63 anni che è l'età minima di uscita, ai 66 anni di chi non vuole aspettare il 2023 per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi a 67 anni?

67 anni di età: 20 anni di contributi; importo della pensione spettante pari o superiore a 1,5 volte l'assegno sociale INPS. Considerando che quest'ultimo nel 2022 ha un importo di 468 euro, si parla di una pensione mensile che deve essere di almeno 702 euro.

Quando si va in pensione con 20 anni di contributi?

La pensione di vecchiaia è una prestazione il cui accesso è garantito esclusivamente a coloro che maturano un'età anagrafica di 67 anni, unitamente al possesso, di almeno 20 anni di contributi (1040 settimane).

Quanti sono gli anni minimi di contributi per la pensione?

Quanti anni di contributi servono per la pensione minima? Per ottenere la pensione di vecchiaia ci vuole un'anzianità contributiva minima di 20 anni.