Abilitazione all insegnamento per la classe di concorso cosa significa

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Come si diventa insegnante nel 2022? Titoli e abilitazione

Come si diventa insegnante nel 2022? Elenco dei titoli d’accesso necessari e come acquisire l’abilitazione all’insegnamento.

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Diventare docente di ruolo, piuttosto che restare un aspirante tale, è l’ambizione di chiunque si accosti al mondo dell’insegnamento. Affinché, tuttavia, non resti solo un sogno, occorre conseguire prima l’abilitazione all’insegnamento, requisito imprescindibile per partecipare al concorso scuola. 

Una volta conseguita la laurea ed ottenuto un titolo valido per l’accesso ad una classe di concorso, la strada da fare è ancora piuttosto lunga e difficile.

A partire dal conseguimento dei 24 CFU nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche, per coloro che vogliono insegnare nella scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Con la Riforma del reclutamento dei docenti introdotta dal Ministro Bianchi, tuttavia, questi ultimi lasceranno, a breve, il posto ai 60 CFU. Sui quali ci soffermeremo più avanti.

A questo punto si ha diritto ad inserirsi nelle graduatorie scolastiche per il conferimento di incarichi di supplenza: 

  • Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS)
  • Graduatorie d’Istituto (GI)

Oppure, in alternativa, si può ricorrere alla Messa a disposizione (MAD).

  • Che cos’è l’abilitazione insegnamento?
  • Cosa vuol dire essere abilitati all’insegnamento?
    • Scuola dell’infanzia e primaria: 
    • Scuola secondaria di primo e di secondo grado:  
  • Come si ottiene l’abilitazione all’insegnamento?
  • Quanto è importante l’abilitazione all’insegnamento?
  • Abilitazione insegnamento. I concorsi
    • Iter abilitante
  • Abilitazione insegnamento. L’accesso alla professione docente
  • Abilitazione insegnamento con 60 CFU 
  • Abilitazione insegnamento 60 CFU
  • Abilitazione insegnamento. La Riforma Bianchi
  • Abilitazione insegnamento. Il nuovo percorso di formazione abilitante
  • Abilitazione insegnamento. Cosa cambia con i 60 CFU insegnamento?
  • 60 CFU a numero chiuso 
  • Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. Fase transitoria
  • Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. I precari storici con 3 anni di servizio
  • Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. Eccezioni seconda abilitazione
  • Abilitazione insegnamento. TFA Sostegno
  • Abilitazione insegnamento. Le prove del TFA Sostegno
  • Abilitazione insegnamento. Struttura del TFA Sostegno

Che cos’è l’abilitazione insegnamento?

L’abilitazione all’insegnamento è – insieme al titolo di studio di accesso – uno dei requisiti fondamentali per poter diventare docenti e per ottenere la stabilizzazione di ruolo a tempo indeterminato. 

Inoltre, l’abilitazione consente agli insegnanti ancora in cerca di cattedra di inserirsi nella prima fascia delle GPS e nella seconda fascia delle GI.

L’abilitazione permette, infatti, di avere la precedenza nello scorrimento delle graduatorie per l’assegnazione degli incarichi di supplenza. E, di conseguenza, di ricevere incarichi più lunghi e che garantiscono una maggiore stabilità rispetto alle altre fasce.

Cosa vuol dire essere abilitati all’insegnamento?

Per essere abilitati, gli aspiranti docenti devono possedere:

Scuola dell’infanzia e primaria: 

  • Laurea in Scienze della Formazione Primaria (vecchio o nuovo ordinamento);
  • Diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo scuola dell’Infanzia) o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002;

Scuola secondaria di primo e di secondo grado:  

  • Laurea di vecchio ordinamento, Laurea specialistica o Magistrale di nuovo ordinamento, Diploma accademico di II livello, Diploma di Conservatorio o di Accademia delle Belle Arti di vecchio ordinamento, Diploma di scuola superiore (solo per gli Insegnanti Tecnico-Pratici, ITP) – coerenti con le classi di concorso per cui si concorre;
  • 24 CFU/60 CFU. 

Aver conseguito l’abilitazione insegnamento permette di accedere, oltre che alle graduatorie per le supplenze, anche ai concorsi scuola per l’assegnazione di una cattedra di ruolo con contratto a tempo indeterminato. 

Come si ottiene l’abilitazione all’insegnamento?

Iscriversi nelle GPS è già un buon risultato. Ma la strada verso la cattedra di ruolo è ancora lunga. Tra certificazioni informatiche e linguistiche, master e corsi di perfezionamento tesi ad accumulare punti in modo da migliorare il proprio posizionamento nelle GPS. E aumentare, di conseguenza, le possibilità di ottenere una supplenza.

Il vero obiettivo è, tuttavia, l’unico requisito in grado di garantire la stabilizzazione a tempo indeterminato, ovvero l’abilitazione all’insegnamento.

Tra l’altro l’abilitazione garantisce anche l’inserimento nella prima fascia delle GPS che assicura maggiori opportunità di vedersi assegnato un incarico di supplenza a lunga durata. 

In passato esistevano tutta una serie di percorsi formativi con tirocinio per conseguire l’ambita abilitazione: Ssis, Tfa e Fit. Ma a partire dal 28 aprile 2020 il Miur ha stabilito che l’unico modo per ottenere l’abilitazione all’insegnamento è quello di partecipare al concorso scuola. E superarlo; non necessariamente vincerlo.

Infatti, gli aspiranti docenti che superano le prove, ma non rientrano tra i posti messi a bando, conseguiranno ugualmente l’abilitazione insegnamento, pur non ottenendo un contratto a tempo indeterminato. 

Quanto è importante l’abilitazione all’insegnamento?

L’abilitazione è, come già osservato, l’unico requisito che permette la stabilizzazione a tempo indeterminato di un aspirante docente. 

Si tratta, in altri termini, di un passaggio fondamentale ed imprescindibile per chiunque ambisca ad ottenere una cattedra di ruolo. 

Da ribadire, tuttavia, che, almeno per quanto concerne la scuola dell’infanzia e primaria, il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (comprensivo di tirocinio finale) costituisce già a tutti gli effetti un titolo abilitante. 

Non così, invece, per la scuola secondaria di primo e di secondo grado. Per la quale resta l’obbligo di acquisire l’abilitazione all’insegnamento attraverso il superamento del concorso scuola:

  • concorso ordinario;
  • concorso straordinario;
  • concorso straordinario abilitante.

Per quanto concerne, invece, l’abilitazione insegnamento relativa ai posti su Sostegno è indispensabile frequentare un TFA, ovvero un Tirocinio formativo attivo per ottenere la necessaria specializzazione. Solo dopo sarà possibile partecipare ai concorsi scuola.  

Abilitazione insegnamento. I concorsi

Vediamo, dunque, cosa occorre nel dettaglio per ottenere l’abilitazione all’insegnamento per gli aspiranti docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado: 

  • Concorso ordinario per la scuola secondaria: Permette di conseguire l’abilitazione anche agli aspiranti docenti non vincitori, purché superino tutte le prove con il punteggio minimo richiesto. Pertanto, anche gli idonei non vincitori otterranno l’abilitazione nella relativa classe di concorso. Senza dover partecipare a nessun ulteriore iter abilitante.
  • Concorso straordinario e Concorso straordinario abilitante: L’eventuale vincita del concorso straordinario garantisce l’immediato riconoscimento dell’abilitazione e dà diritto alla cattedra di ruolo. Gli aspiranti docenti idonei non vincitori possono, a loro volta, ottenere l’abilitazione superando l’apposito iter abilitante. Esattamente come i partecipanti del concorso straordinario abilitante.   

Iter abilitante

L’iter abilitante prevede, nello specifico:

  • un anno di prova;
  • affiancamento di un tutor;
  • prova finale. 

Abilitazione insegnamento. L’accesso alla professione docente

Sul sito del Miur è possibile trovare maggiori informazioni relative alle modalità di accesso alla professione di insegnante nelle scuole:

  • assunzioni a tempo indeterminato,attraverso due graduatorie: Graduatorie di merito dei concorsi per titoli ed esami e Graduatorie ad esaurimento, a ciascuna delle quali è destinato il 50% dei posti conferibili annualmente autorizzati;
  • conferimento delle supplenze, attraverso le Graduatorie ad esaurimento (per i contratti a tempo determinato di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche) e attraverso le graduatorie di istituto (per le supplenze brevi o per le supplenze che non è stato possibile conferire attraverso le Graduatorie ad esaurimento).

Abilitazione insegnamento con 60 CFU 

Con l’approvazione della legge n. 79 del 29 giugno 2022 (conversione in legge – con modificazioni – del decreto n. 36 del 30 aprile 2022) per ottenere l’abilitazione all’insegnamento bisogna conseguire i 60 CFU al posto del classici 24 CFU.

L’obiettivo dichiarato del nuovo modello di reclutamento, sponsorizzato dal Ministro Bianchi, è quello di aumentare la consapevolezza dei neolaureati che vogliono diventare insegnanti. Una volta conseguita l’abilitazione, la stessa avrà durata illimitata. 

Da precisare, tuttavia, che l’abilitazione non costituisce in alcun modo un titolo di idoneità. Né tantomeno dà diritto al reclutamento al di fuori di quelle che sono le classiche procedure concorsuali. Per accedere al ruolo a tempo indeterminato, infatti, occorrerà sempre passare dai concorsi scuola

Abilitazione insegnamento 60 CFU

La Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti voluta, sostenuta e difesa dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha portato alcune significative novità per il mondo scuola.

A partire dall’introduzione dei 60 CFU e dal conseguente addio dei 24 CFU dopo appena cinque anni dall’emanazione del cosiddetto “Decreto 24 CFU”.

Tuttavia, sebbene la legge n. 79 / 2022 sia già entrata in vigore il 30 giugno, è previsto un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2024. In questa fase sarà ancora possibile, quindi, utilizzare i 24 CFU. Purchè, però, conseguiti entro il 31 ottobre 2022.  

Abilitazione insegnamento. La Riforma Bianchi

Ma cosa sono i 60 CFU? Sono dei crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche che costituiscono a tutti gli effetti un percorso di formazione abilitante per docenti.

Tale percorso potrà essere svolto sia durante il percorso di studi, in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo, sia dopo aver ottenuto la laurea. 

Previsti, inoltre, anche un periodo di tirocinio nelle scuole e una prova finale comprensiva di una lezione simulata.  

Pertanto, alla luce delle novità introdotte dalla Riforma BIanchi, i nuovi requisiti per diventare docente sono:

  • laurea magistrale (triennale per ITP) + percorso abilitazione di 60 CFU + concorso + anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva

Abilitazione insegnamento. Il nuovo percorso di formazione abilitante

In relazione al nuovo percorso di formazione abilitante (60 CFU), l’articolo 44 della legge 79/2022 stabilisce:

  • Il percorso universitario e accademico di formazione iniziale è organizzato ed è impartito dalle università. Ovvero dalle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica attraverso centri individuati dalle istituzioni della formazione superiore. Anche in forma aggregata, nell’ambito della rispettiva autonomia statutaria e regolamentare. 
  • Si può accedere all’offerta formativa dei centri universitari e accademici di formazione iniziale dei docenti anche durante i percorsi di laurea triennale e magistrale o della laurea magistrale a ciclo unico. Secondo i margini di flessibilità dei relativi piani di studio. Nel caso di cui al primo periodo, i crediti formativi universitari o accademici di formazione iniziale per l’insegnamento sono aggiuntivi rispetto a quelli necessari per il conseguimento della laurea triennale e della laurea magistrale o della laurea magistrale a ciclo unico. 

Abilitazione insegnamento. Cosa cambia con i 60 CFU insegnamento?

L’introduzione dei 60 CFU comporterà inevitabilmente dei cambiamenti nell’ambito delle procedure finalizzate al reclutamento dei docenti.

Nello specifico, la Riforma Bianchi prevede:

  • un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici (CFU/CFA); 
  • un concorso pubblico nazionale annuale, indetto su base regionale o interregionale; 
  • un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Il percorso di formazione dei 60 CFU sarà organizzato direttamente dagli Atenei attraverso i centri universitari di formazione iniziale, in stretta relazione con il sistema scolastico. 

Lo stesso prevede anche un tirocinio diretto da svolgersi nelle scuole (20 CFU). Mentre almeno 10 CFU dovranno essere necessariamente conseguiti nell’area pedagogica. 

Infine, prima di ottenere l’ambita abilitazione, l’aspirante docente dovrà affrontare e superare una prova conclusiva che prevede anche una lezione simulata.  

60 CFU a numero chiuso 

Il Ministro Bianchi non si è mai nascosto. Tant’è che ha ribadito a più riprese la necessità di applicare una maggiore selettività nell’ambito del mondo scolastico.

E i 60 CFU a numero chiuso rispecchiano, appunto, questa esigenza. Che, tuttavia, rischia di compromettere per molti aspiranti docente il sogno di una cattedra a lungo coltivato. 

Di volta in volta, il Ministero comunicherà alle Università la stima dei dati relativi al fabbisogno di insegnanti del sistema scolastico italiano per il triennio successivo. 

Ed è proprio sulla base di questi ultimi che verrà deciso il numero dei posti disponibili. 

Tuttavia, anche se al momento non ci sono certezze in merito, il numero chiuso presuppone la presenza di una prova preselettiva. Che, in virtù di una sempre più esasperata selettività, non potrà che essere tutt’altro che semplice.   

Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. Fase transitoria

Abbiamo già detto che gli effetti della Riforma Bianchi non saranno immediati. Come sempre in questi casi, è, infatti, prevista una fase transitoria che durerà fino al 31 dicembre 2024

Fino ad allora tutti coloro che sono in possesso dei “vecchi” 24 CFU (purché acquisiti entro il 31 ottobre 2022) potranno utilizzarli per partecipare al concorso scuola, al TFA Sostegno e al prossimo aggiornamento delle GPS. 

Gli stessi avranno, tuttavia, l’obbligo – una volta eventualmente superato il concorso – di integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato). 

Ma la Riforma contempla anche delle eccezioni. 

Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. I precari storici con 3 anni di servizio

La prima eccezione prevista dalla Riforma Bianchi è quella riservata ai cosiddetti precari storici. Ovvero agli aspiranti docenti con almeno 3 annualità di servizio – anche non continuativi – negli ultimi 5 anni. Purché almeno un’annualità sia stata svolta sulla specifica classe di concorso. E che abbiano svolto almeno 180 giorni complessivi di servizio.  

A loro sarà, infatti, concesso di accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi. Ma,una volta superato il concorso, dovranno acquisire almeno 30 CFU durante il primo anno di immissione in servizio con contratto a tempo determinato. E, quindi, affrontare anche la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. 

Riforma Bianchi e abilitazione insegnamento. Eccezioni seconda abilitazione

Un trattamento di favore è riservato anche ai docenti già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno. 

Secondo quanto stabilito dalla Riforma Bianchi, gli stessi potranno conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione limitandosi ad acquisire soli 30 CFU

Di questi, tuttavia, 20 CFU dovranno essere riferiti al campo delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento. Mentre i restanti 10 CFU dovranno essere di tirocinio diretto. 

Anche per loro, una volta superato il concorso, scatterà l’obbligo di conseguire ulteriori 30 CFU e di superare la prova finale prima dell’immissione in ruolo a tempo indeterminato. 

Abilitazione insegnamento. TFA Sostegno

Per diventare insegnante di Sostegno è necessario conseguire la relativa abilitazione. Cosa che si può ottenere solo frequentando il Tirocinio Formativo Attivo, meglio noto come TFA Sostegno. E poi il concorso.

Si tratta, molto più semplicemente, di un periodo di formazione teorico-pratica – a numero chiuso – della durata di un anno da svolgere presso le principali università italiane. 

Abilitazione insegnamento. Le prove del TFA Sostegno

Il Tirocinio Formativo Attivo è strutturato in 60 CFU (crediti formativi universitari) da acquisire in non meno di 8 mesi.

Nello specifico, le prove di accesso consistono in: 

  • Test preselettivo di 60 quesiti – almeno 20 dei quali sulle competenze linguistiche – con 5 opzioni di risposta (di cui soltanto una esatta);
  • una o più prove scritte o pratiche (a discrezione delle singole università) su competenze didattiche, socio-psico-pedagogiche, empatia e intelligenza emotiva, creatività, competenze organizzative e giuridiche);
  • una prova orale sui contenuti della prova scritta o pratica. 

Abilitazione insegnamento. Struttura del TFA Sostegno

Per quanto concerne la struttura del TFA Sostegno, la stessa è così articolata: 

  • Formazione su insegnamento (36 CFU): Didattica, Pedagogia, Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, Istituzioni di diritto pubblico, Neuropsichiatria infantile;
  • Laboratori (9 CFU);
  • Tirocinio diretto e indiretto (12 CFU);
  • Prova finale (3 CFU).

Il superamento del TFA Sostegno non conferisce in alcun modo l’abilitazione all’insegnamento su Sostegno. Semplicemente permette di ottenere i titoli/requisiti di accesso utili sia ai fini delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) sia dei concorsi scuola per diventare a tutti gli effetti docente di ruolo.

Solo con la vincita del relativo concorso, dunque, gli insegnanti possono acquisire la necessaria abilitazione. E per partecipare al concorso stesso è, appunto, imprescindibile aver prima conseguito il TFA Sostegno.  

Cosa si intende per abilitazione alla classe di concorso?

Ciò significa che l'abilitazione nella classe di concorso è conseguita già all'atto del superamento di tutte le prove concorsuali e non al termine del percorso di specializzazione, come era previsto dalla precedente normativa.

Come si otteneva l'abilitazione all'insegnamento?

Le modalità per ottenere l'abilitazione all'insegnamento sono cambiate diverse volte negli ultimi anni..
Concorso straordinario abilitante;.
Concorso straordinario per la sucola secondaria;.
Concorso ordinario per la scuola secondaria..
Percorsi Abilitanti Speciali (PAS)..

Quali sono i titoli di abilitazione all'insegnamento?

Ecco i titoli necessari per insegnare:.
Laurea in Scienze della formazione primaria e a ciclo quinquennale..
Laurea in Scienze della formazione primaria (per l'indirizzo di scuola primaria).
Laurea triennale in Scienze dell'educazione (L-19).
Laurea in Scienze pedagogiche..

Quanto dura l'abilitazione all'insegnamento?

107), queste norme restano in vigore solo per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria. Per la scuola primaria e dell'infanzia, infatti, l'abilitazione si consegue al termine di un corso di laurea magistrale quinquennale (Scienze della Formazione primaria), comprensivo di tirocinio.