Si può mangiare il tonno in scatola con la diarrea

Chi mangia troppo tonno in scatola rischia un'intossicazione da mercurio, come è noto infatti questo metallo si accumula nei pesci più grandi

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Aprire una scatoletta di tonno per molti è una scelta pratica che consente di rifornirsi di proteine a basso costo e senza dover cucinare. Ma cosa succede al corpo se mangiamo troppo tonno in scatola? C’è un effetto collaterale da considerare, che dovrebbe spingerci a limitare al minimo il consumo di questo alimento (se non ad evitarlo del tutto). A svelarlo alcune ricerche scientifiche.

Uno dei principali svantaggi di mangiare spesso tonno in scatola è la presenza all’interno di questo pesce di mercurio. A seconda di quanto e, soprattutto, del tipo di tonno che si mangia, è possibile assumere una quantità più o meno elevata di questa sostanza, il che porta a potenziali rischi per la salute.

Il consumo di pesce e crostacei rappresenta oltre il 90% dell’esposizione umana al mercurio negli Stati Uniti e il tonno pescato nell’Oceano Pacifico rappresenta il 40% di questa esposizione totale, secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives.

Il mercurio, che arriva nell’ambiente a causa di vari tipi di attività produttive, si deposita in laghi, fiumi e oceani. Da qui poi ovviamente entra nel ciclo vitale degli organismi acquatici. Ma il mercurio negli oceani è anche un prodotto della decomposizione del carbonio organico naturale, secondo quanto riportano gli scienziati sulla rivista Global Biological Cycles.

Quando il mercurio entra nell’acqua, in entrambi i casi, i microrganismi lo trasformano in una forma altamente tossica chiamata metilmercurio che si accumula nella carne del pesce che mangiamo. Il metilmercurio si accumula in particolare nei predatori più grandi, motivo per cui i pesci di dimensioni maggiori, come appunto il tonno, sono più rischiosi da mangiare rispetto, ad esempio, alle sardine.

I pesci dunque hanno livelli di mercurio differenti. Il tonno in scatola ha livelli relativamente alti di mercurio, quindi il suo consumo potrebbe potenzialmente diventare dannoso al di sopra delle tre porzioni a settimana.

Secondo i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), quasi tutti hanno una piccola quantità di metilmercurio nel sangue (al di sotto però dei livelli che possono scatenare effetti sulla salute). Ma il metilmercurio è una potente neurotossina, quindi mangiare troppo pesce può di fatto provocare avvelenamento da mercurio.

I sintomi includono prurito o sensazione di formicolio alle dita di piedi e mani, debolezza muscolare, problemi di coordinazione, disturbi del linguaggio e dell’udito e visione periferica ridotta.

C’è da sottolineare poi che alti livelli di mercurio nelle donne in gravidanza sono estremamente pericolosi e possono causare disturbi del sistema nervoso centrale nei loro bambini.

Come limitare i rischi del mercurio nel pesce

La Food & Drug Administration e l’Environmental Protection Agency raccomandano che le donne e i bambini (oltre i 10 anni) mangino da due a tre porzioni di pesce e crostacei ogni settimana, da scegliere tra quelli a basso contenuto di mercurio.

Per facilitare la scelta hanno creato una tabella che mostra 60 diversi tipi di pesce designandoli come “scelte migliori” (da mangiare 2 o 3 volte a settimana), “scelte buone” (mangiare 1 porzione a settimana) o “scelte da evitare” (evidenziando i pesci che contengono i livelli più alti di mercurio).

Si può mangiare il tonno in scatola con la diarrea

@fda

L’Environmental Working Group afferma però che tali linee guida possono mettere a rischio le donne. In uno studio, l’EWG ha reclutato 254 donne in età fertile da tutti gli Stati Uniti. Queste hanno riferito di mangiare tanto o più pesce come suggerito dal governo. I ricercatori hanno testato poi campioni dei loro capelli, considerando che è proprio lì che il mercurio si accumula e riflette il quantitativo di questo metallo nel corpo.

I risultati hanno mostrato che quasi il 30% delle donne aveva oltre il limite di sicurezza del mercurio dell’EPA e quasi il 60% aveva più mercurio di un limite più severo fissato da due istituzioni europee. L’EWG ritiene che includere il tonno light in scatola nella categoria “scelte migliori” “a basso contenuto di mercurio” sia sbagliato poiché questa “è una fonte significativa di mercurio nella dieta delle donne”, afferma.

La presenza di mercurio non è poi certo l’unico buon motivo per limitare il consumo di tonno.  (Leggi anche: 6 buoni motivi per scegliere di non mangiare tonno).

Se comunque consumate tonno, ricordate di non fare mai questo errore.

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Quando non mangiare tonno in scatola?

Quando non mangiare il tonno in scatola? Il consumo del tonno in scatola è sconsigliato alle persone che assumono gli antitubercolari, perché se contiene istamina potrebbe causare eventi cardiovascolari ed episodi ipertensivi.

Quali affettati si possono mangiare con la diarrea?

Cibi consigliati
Cibi da eliminare
Parmigiano e formaggi freschi, non fermentati
Formaggi fermentati
Carote
Cacao
Patate
Alcol
Spinaci
Salumi piccanti e insaccati
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A cosa fa bene il tonno in scatola?

Il tonno in scatola è una fonte economica di acidi grassi omega 3. Queste sostanze aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari e a tenere sotto controllo trigliceridi e pressione sanguigna. Gli omega 3, inoltre, hanno effetti benefici sulla memoria e sull'umore.

Quali alimenti fanno indurire le feci?

Da prediligere una dieta ricca di alimenti con qualità astringenti o in grado di rendere più solide le feci, per esempio riso, mele e carote crude, patate lesse…