Cosa mangiare se si ha il tsh alto

Anche quest’anno in Italia, come nel resto del mondo, dal 25 al 31 maggio si sarebbe dovuta svolgere la Settimana Mondiale della Tiroide, il cui scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla diagnosi, la cura e la prevenzione dei disturbi della tiroide. Nel nostro paese il tema specifico individuato per dare risalto a iniziative di carattere divulgativo di Società Scientifiche e Associazioni di pazienti avrebbe dovuto essere “Occhio alla tiroide: conoscenza e prevenzione”. Ovviamente tutte le iniziative programmate sono state sospese a causa della pandemia Covid-19.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo: Cibi da evitare o incrementare

Gli alimenti di seguito elencati vanno evitati se si è affetti da ipertiroidismo. Andranno invece incrementati se si è affetti da ipotiroidismo:

sale iodato

Sale iodato inserito nella variata ed equilibrata alimentazione al posto del sale comune, utilizzandone 5 grammi al giorno (massimo consentito per un adulto) apporta 160 μg di iodio.

pesce azzurro

Pesce azzurro (sgombero, cefalo, baccalà, merluzzo, sardine, ecc…): 1 porzione apporta circa 150μg di iodio e se ne consigliano tre porzioni la settimana.

crostacei

Crostacei (gamberi, mazzancolle, astici, aragosta, granchi, ecc.): 1 porzione inserita nella dieta 1 volta a settimana apporta circa 120mg di iodio.

vongole

Vongole: cotte a piacere, 100 grammi di vongole o cozze apportano 140 μg di iodio, l’importante è non esagerare perché contengono anche parecchio colesterolo oltre che non essere indicate durante la gravidanza. Condire la pasta o il riso con vongole o cozze è un buon metodo per contenerne il consumo: anche solo 20 grammi di questi alimenti apportano circa 30 μg di iodio. Anche le alghe marine essiccate contengono molto iodio.

uova di gallina

Uova: un uovo di gallina contiene circa 35μg di iodio, si consiglia di consumare 2-3 uova a settimana, come prevede un’equilibrata alimentazione

fagioli bianchi

Fagioli: una tazza di fagioli bianchi cotti è in grado di fornire circa il 40% del fabbisogno quotidiano.

yogurt

Yogurt: quello di latte intero apporta circa 78 μg di iodio, se ne consiglia 1 vasetto al giorno.

carne

Carne: per avere un maggiore apporto di iodio è preferibile quella di vitellone (parte del muscolo senza grasso visibile) ed anche il fegato.

anacardi

Frutta secca a guscio: anacardi, noci, pistacchi ne sono ricchi.

mirtilli rossi

Mirtilli rossi: questo frutto, tipico della stagione estiva, è particolarmente ricco di iodio.

Cibi interferenti: Cavolfiori, rape e soia

Alcuni alimenti contengono sostanze che sono in grado di modificare l’assorbimento o l’utilizzo dello iodio (riducendone, di fatto, la disponibilità) e sono pertanto definite “gozzigene”: tra questi i composti organici solforati, gli ftalati, gli idrocarburi policiclici aromatici e il litio, che agiscono con meccanismi differenti. Cavolfiori, rape e soia sono i principali alimenti contenenti queste sostanze, tuttavia il loro consumo moderato all’interno di una dieta varia non causa il manifestarsi di una disfunzione a livello della tiroide, ma potrebbe modificare l’effetto della terapia medicinale o ormonale in presenza di distiroidismo accertato.

Cibi importanti per la prevenzione dei disturbi tiroidei

Accanto allo iodio, di grande importanza risulta essere l’apporto di altri micronutrienti quali selenio, zinco e magnesio. In particolare, il selenio potrebbe essere utile per la prevenzione delle disfunzioni tiroidee. Sono alimenti ricchi di selenio:

  • il pesce azzurro (sardine fresche in primis);
  • i molluschi;
  • il fegato (frattaglie);
  • i cereali, soprattutto integrali.

Zinco e magnesio sono microelementi implicati in numerose funzioni nell’organismo che riguardano anche la funzione endocrina per cui è utile che l’alimentazione apporti questi elementi che sono presenti in:

  • semi di sesamo, di grano tostato, di zucca e di anguria
  • carne di manzo
  • carne di agnello
  • ostriche
  • cioccolato fondente
  • arachidi e noci.

Attenzione a farmaci, integratori e cosmetici

integratori

Alcuni farmaci, integratori o prodotti di erboristeria utilizzati a fini dimagranti, in particolare come trattamento anticellulite, possono interferire con la funzionalità tiroidea anche in maniera grave per chi soffre di ipertiroidismo o intolleranza allo iodio. Incidono sulla tiroide tutti quei cosmetici a base di fucus, alga bruna e più in generale estratti di (o a base di) sali marini o alghe. Ancora più cautela dev’essere usata con creme specifiche per il trattamento anticellulite, che possono contenere tiroxina.

A cura del Dott. Fernando Antonio Spanò – Specialista in Scienze dell’Alimentazione e Dietetica – Specialista in Clinica Pediatrica


prevenzione tiroide


Cosa non mangiare con il TSH alto?

I cibi da evitare in questi casi sono:.
soia, che limita l'assorbimento della levotiroxina;.
alghe essiccate, possono ostacolare il corretto funzionamento della tiroide in genere;.
caffè, che blocca l'assorbimento della levotiroxina;.
alcolici, che possono alterare la produzione e l'azione degli ormoni tiroidei;.

Cosa fare per far abbassare il TSH?

Integrando selenio è possibile indurre un aumento della trasformazione della t4 in t3 mentre, prescrivendo levo-tiroxina (Eutirox ad esempio), si provoca un aumento della sola t4 e si abbassa lo stimolo del TSH sulla tiroide che, in questo caso, è contro producente derivandone una ridotta funzione.

Cosa non mangiare quando si soffre di ipotiroidismo?

Se si soffre da ipotiroidismo, meglio evitare alcuni alimenti, come: soia, che interferisce con l'assorbimento della levotiroxina. alghe essiccate, nonostante siano una fonte di iodio, possono ostacolare il corretto funzionamento della tiroide. caffè, che blocca l'assorbimento della levotiroxina.

Perché si alza il TSH?

Un TSH aumentato indica quindi una carenza di ormoni tiroidei (ipotiroidismo). Se il paziente è già in cura per ipotiroidismo con ormone tiroideo, l'esito del test segnala che la dose di farmaco è insufficiente e che deve essere aumentata sino a raggiungere normali valori di TSH.