Brividi di freddo e mal di stomaco

La congestione digestiva è un argomento di cui si parla soprattutto d’estate. Si tratta, purtroppo, di uno di quei disturbi legati agli sbalzi termici che determinano un blocco della digestione e che, in alcuni casi, può risultare mortale. L’esempio più conosciuto è quello del rischio di congestione se si entra in acqua, mare o piscina, senza avere rispettato la pausa di due ore dal pasto.

Dopo un pasto, infatti, l’afflusso del sangue verso lo stomaco aumenta copiosamente e, nel caso in cui ci si esponga ad uno sbalzo termico improvviso, la circolazione sanguigna subisce una modifica importante. La vasocostrizione, determinata dal cambiamento improvviso di temperatura, fa defluire il sangue dall’apparato gastrointestinale su “ordine” del cervello, per tenere il corpo ad una temperatura corretta, con richiamo del sangue che era stato precedentemente indirizzato all’addome. Per questo è fondamentale, dopo un pasto, evitare sia i passaggi da un ambiente troppo freddo ad uno troppo caldo o viceversa sia di bere bevande troppo ghiacciate dopo avere mangiato.

Come si riconosce una congestione? I sintomi più evidenti sono una copiosa sudorazione, brividi di freddo, nausea, vomito, dolori addominali, senso di svenimento fino ad una effettiva perdita di sensi e coscienza.

La tempestività di intervento è fondamentale per evitare le conseguenze più gravi. La persona “vittima” di congestione va fatta sdraiare e le sue gambe portate verso l’alto in maniera tale da favorire l’afflusso del sangue di nuovo verso l’addome, contemporaneamente è bene porre in essere quelle azioni che permettono di riportare ad un livello normale la temperatura corporea, come asciugare la persona o coprirla con un telo e, in caso di svenimento, trasportarla al pronto soccorso.

  • Cosa sono i brividi
  • Cause di brividi senza febbre
  • Cause di brividi con febbre
  • Quando chiamare il medico
  • Cosa fare in caso di brividi con febbre
  • Perché i brividi aumentano la temperatura corporea?

Cosa sono i brividi

I brividi consistono in contrazioni muscolari involontarie che coinvolgono l’interno corpo e che rappresentano una delle risposte di adattamento dell’organismo quando sia necessario aumentare la temperatura corporea.

Sono in genere accompagnati da sensazione di freddo ed eventualmente pelle d’oca.

I brividi possono essere un sintomo dovuto all’infezione da nuovo coronavirus?

Sì, i brividi possono manifestarsi anche in caso di COVID-19, si tratta infatti di un sintomo che troviamo elencato ad esempio sul sito dei CDC americani.

Brividi di freddo e mal di stomaco

In caso di brividi da febbre è normale avvertire anche la sensazione di freddo (iStock.com/tommaso79)

In assenza di febbre e/o infezioni è possibile rilevare la comparsa di brividi in caso di:

  • ambiente freddo e mancanza di un’adeguata copertura: l’organismo prova a mantenere la temperatura corporea nella norma attraverso il calore generato dalla contrazione muscolare,
  • effetti collaterali di farmaci, tipicamente per esempio al momento del risveglio dall’anestesia generale, soprattutto nel caso di un’inadeguata gestione della temperatura corporea in sala operatoria,
  • attacchi di panico ed altre emozioni intense (paura, spavento, shock), sensazioni in grado di attivare in modo eccessivo il sistema nervoso, fino al punto da generare in risposta una rapida contrazione muscolare involontaria.

Un caso per certi versi atipico è rappresentato dalla comparsa di brividi di freddo alternati a vampate di calore, che tuttavia rientra in genere nella casistica della cosiddetta sudorazione algida (fredda) o tra i disturbi accusati dalle donne in menopausa.

Cause di brividi con febbre

I brividi spesso precedono la comparsa di febbre (insorgono nella fase di aumento della temperatura) e possono quindi essere associati qualsiasi infezione (da virus, batteri, protozoi, …); tra le cause più comuni si annoverano per esempio (elenco non esaustivo):

  • infezioni delle vie respiratorie:
    • influenza,
    • sinusite,
    • mal di gola da streptococco,
    • pleurite,
    • polmonite e broncopolmonite,
    • tubercolosi,
  • infezioni addominali:
    • colecistite,
    • gastroenterite,
    • pancreatite,
    • appendicite,
    • peritonite,
  • intossicazioni alimentari:
    • salmonellosi,
    • listeriosi,
  • malattie esantematiche:
    • varicella,
    • scarlattina,
  • infiammazioni del sistema nervoso:
    • meningite,
  • infezioni del tratto genito-urinario:
    • cistite,
    • prostatite,
    • epididimite,
    • pielonefrite,
  • malattie tropicali:
    • malaria,
    • febbre Dengue,
    • West Nile virus,
  • infezioni sistemiche:
    • shock settico,
  • ustioni.

Sono in genere associati a valori di temperatura elevati, per questa ragione sono più comuni nei bambini, che tendono a sviluppare febbri più alte rispetto agli adulti anche nel caso di malattie minori.

Quando chiamare il medico

In accordo con le indicazioni del NIH si raccomanda di contattare il medico in caso di brividi accompagnati da:

  • sintomi come rigidità del collo, confusione, irritabilità o letargia (suggestivi di meningite),
  • sintomi respiratori severi (come mancanza di respiro),
  • sintomi urinari (minzione frequente, bruciore, difficoltà ad urinare).

Cosa fare in caso di brividi con febbre

Nel caso di brividi dovuti all’esposizione ad un ambiente freddo l’unico rimedio è coprirsi maggiormente o trovare riparo al caldo, per evitare il rischio di una pericolosa ipotermia.

Qualora il sintomo sia invece legato ad una forte emozione, tenderà a sparire naturalmente con il superamento del contesto che l’ha innescato.

Quando invece sia presente febbre, poiché questa è, almeno entri certi limiti, un utile meccanismo di difesa dell’organismo, se la temperatura non è eccessivamente elevata può essere consigliabile evitare di perseguirne l’abbassamento con i farmaci, gestendola al contrario attraverso il riposo ed un’adeguata idratazione.

Si raccomanda invece di evitare:

  • un eccessivo ricorso a coperte e indumenti pesanti,
  • uso di ventilatori per abbassare la febbre;

entrambi questi approcci hanno spesso come unica conseguenza quella di un ulteriore aumento dei brividi e della febbre.

Possono invece essere usati impacchi tiepidi, né troppo caldi, né troppo freddi (20° circa).

Perché i brividi aumentano la temperatura corporea?

La contrazione muscolare, quindi anche quella involontaria che si verifica in presenza di brividi, ha come conseguenza indiretta la produzione di calore, proprio come succede nei motori a scoppio presenti sui mezzi di trasporto.

L’aumentata attività muscolare provoca la generazione di calore come sottoprodotto indesiderato; in caso di brividi si verifica l’opposto, il calore è il principale prodotto perseguito.

Freddo e brividi

Il calore rappresenta quella frazione di energia che automobile e muscolo non sono in grado di trasformare in movimento; durante l’attività fisica l’elevato calore generato richiede di essere smaltito principalmente attraverso la sudorazione, e rappresenta quindi una perdita di risorse.

Il cervello ha tuttavia imparato a servirsi di questo fenomeno per garantire il mantenimento di una temperatura ottimale quando l’ambiente lo richieda, pensiamo per esempio a quando ci troviamo in un ambiente freddo privi di un abbigliamento adeguato. Tornando all’analogia con l’automobile, durante la stagione fredda riusciamo a recuperare il calore prodotto in forma di riscaldamento dell’abitacolo.

Lo scopo ultimo dei brividi è quindi di produrre calore per scaldare il sangue che scorre attraverso i muscoli, quando la temperatura dell’organismo scende al di sotto della soglia di normalità (generalmente attorno ai 37°), così da garantire il mantenimento della corretta temperatura di sangue ed organi vitali.

Febbre e brividi

È per certi versi ancora più interessante capire invece perché compaiano i brividi subito prima della febbre.

Le reazioni biochimiche che consentono la sopravvivenza degli organismi viventi sono ottimizzate per poter avvenire alla normale temperatura corporea, ma questo vale anche per i virus e i batteri (anche se per ragioni diverse nel caso dei virus).

Una temperatura più elevata rappresenta quindi un ostacolo alla proliferazione dei germi, ed è proprio questa la ragione per cui in caso d’infezione il cervello aumenta il valore di temperatura corporea.

Tecnicamente si dice che viene aumentato il set point ipotalamico, ma più semplicemente il cervello gira un pochino verso l’alto la manopola del termostato che regola la temperatura corporea; di norma l’aumento sarà tanto più alto quanto più severa è l’infezione.

Una volta che il cervello abbia modificato il nostro termostato interno, uno dei meccanismi che consentono nella pratica l’aumento della temperatura corporea (e quindi la comparsa di febbre) risiede nei brividi, che hanno quindi esattamente lo stesso scopo di quando si presentano in caso di ambiente freddo, ossia aumentare la temperatura corporea.

La sensazione di freddo che accompagna i brividi durante l’aumento della temperatura corporea tenderà a sparire insieme ai brividi al raggiungimento del valore impostato sul nostro termostato interno.

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